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Dal GSE ecco la stima aggiornata degli incentivi alla geotermia

Si prevede per l’anno in corso uno stanziamento pari a 110,9 milioni di euro, il 2,07% delle risorse dedicate alle fonti non fotovoltaiche. Ma il FER2 ancora non si vede

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Si prevede per l’anno in corso uno stanziamento pari a 110,9 milioni di euro, il 2,07% delle risorse dedicate alle fonti non fotovoltaiche. Ma il FER2 ancora non si vede


Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha aggiornato il contatore delle fonti rinnovabili, lo strumento che consente di visualizzare il costo indicativo annuo degli incentivi riconosciuti agli impianti alimentati da fonti rinnovabili diversi da quelli fotovoltaici, compresi quelli geotermici.

Complessivamente, per tutte le fonti rinnovabili prese in esame, al 30 giugno il costo indicativo medio annuo risulta stimato pari a 5,342 miliardi di euro, da confrontarsi con il tetto annuale di 5,8 miliardi di euro.

Guardando più nel dettaglio alla produzione di elettricità da geotermia, il GSE stima come costo annuo degli incentivi 91,9 milioni di euro da ex Certificati verdi, 17,5 dagli incentivi introdotti dal Dm 6/7/2012, e infine 1,5 milioni di euro dagli incentivi previsti dal Dm 23/6/2016. In tutto si arriva dunque a 110,9 milioni di euro su base annua, ovvero il 2,07% di tutti gli incentivi che il GSE stima di erogare alle fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico.

I 110,9 milioni di euro dedicati alla geotermia euro impallidiscono inoltre in confronto ai sussidi erogati ogni anno in Italia a sostegno dei combustibili fossili, stimati dal ministero dell’Ambiente in 17,7 miliardi di euro (una cifra dunque 159 volte superiore) e da Legambiente in 18,8 miliardi di euro.

Gli incentivi dedicati alla geotermia rappresentano risorse alle quali solo in Toscana sono legati circa 4mila posti di lavoro, importanti ricadute occupazionali nel settore turistico e agroalimentare oltre a 30 milioni di euro annui destinati ai territori che possiedono le risorse geotermiche oggetto di coltivazione.

Una filiera con importanti e positive ricadute ambientali: come ricordano dal gestore delle centrali geotermoelettriche toscane – Enel Green Power – i quasi 6 miliardi di KWh prodotti annualmente in Toscana, oltre «a soddisfare più del 30% del fabbisogno energetico regionale, forniscono calore utile a riscaldare oltre 10mila utenti residenziali nonché aziende artigianali dei territori geotermici, circa 30 ettari di serre e caseifici e contribuiscono ad alimentare una importante filiera agricola, gastronomica e turistica con oltre 60mila visite all’anno. Complessivamente, tra produzione di energia elettrica e fornitura di calore, la geotermia toscana consente di evitare l’immissione in atmosfera di 4 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 all’anno e un milione e 400 mila TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio)».

Quelli dedicati alla geotermia sono peraltro incentivi in progressivo decremento, come stabilito dalla normativa in vigore, mentre come noto il decreto FER1 sulle rinnovabili – pubblicato nella Gazzetta ufficiale 185, lo scorso 9 agosto non contempla il rinnovo degli incentivi dedicati a questa fonte rinnovabile, che è slittato all’interno del decreto FER2 ancora in fase di elaborazione: secondo quanto riportato a giugno dal Ministero dello Sviluppo Economico l’arrivo del FER2 è previsto “entro l’estate”, anche se ormai la stagione è prossima alla fine.