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Geotermia: UE, la geotermia è una fonte di energia alternativa «potenzialmente rivoluzionaria»

Con il Green Deal «l’impulso a sviluppare ulteriormente e applicare le tecnologie geotermiche nell’ambito del mix energetico europeo aumenterà ulteriormente»

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Con il Green Deal «l’impulso a sviluppare ulteriormente e applicare le tecnologie geotermiche nell’ambito del mix energetico europeo aumenterà ulteriormente»


La geotermia rappresenta una fonte rinnovabile e locale di energia che può fornire sia elettricità sia calore, ma i vantaggi delle tecnologie di settore non si esauriscono qui: ad esempio, oltre a produrre energia, i serbatoi geotermici potrebbero anche fungere da siti per il suo stoccaggio e per quello della CO2.

Viste le numerose potenzialità in gioco, il servizio comunitario di informazione in materia di ricerca e sviluppo (CORDIS) – ovvero la principale fonte della Commissione Europea in merito ai progetti di ricerca finanziati dall’Ue – osserva che la geotermia rappresenta una «fonte di energia alternativa potenzialmente rivoluzionaria».

Cordis ricorda che la geotermia «è già stata utilizzata per migliaia di anni dall’uomo (ad esempio, per il bagno in sorgenti termali e il riscaldamento degli ambienti nell’antichità romana)», e oggi ha il potenziale per fornire «una vera alternativa» alle centrali a combustibili fossili e ai sistemi convenzionali di riscaldamento.

La Commissione Europea «sostiene pienamente la ricerca e lo sviluppo nell’ambito delle tecnologie geotermiche finanziando, attraverso il programma Horizon 2020, progetti di ricerca sia sull’uso diretto del calore che sull’uso del calore estratto per la generazione di elettricità, focalizzandosi sulla riduzione dei costi e sul miglioramento delle prestazioni».

Gli esempi sono molti, e CORDIS offre una panoramica su alcuni dei più rilevanti tra i recenti progetti di ricerca legati all’energia geotermica e finanziati dall’UE: «Il progetto DEEPEGS ha condotto con successo test di perforazione in Islanda, e non solo, per contribuire a sviluppare sistemi geotermici migliorati che porteranno l’energia geotermica da outsider ad attore importante, mentre il progetto GEMex ha lavorato con ricercatori messicani per valutare e caratterizzare due siti della Cintura vulcanica trans-messicana, al fine di proporre mezzi efficienti e realizzabili per sfruttare il potenziale geotermico del Messico. Dal canto suo, SURE ha testato l’uso della perforazione a getto d’acqua radiale come mezzo per migliorare l’importanza e la redditività economica dei pozzi geotermici e GeoWell ha sviluppato e testato nuove tecnologie affidabili, economiche ed ecologiche per la progettazione, il completamento e il monitoraggio di pozzi geotermici ad alta temperatura. Infine, i progetti Cheap-GSHPs, GEOCOND e GEOTeCH hanno studiato e promosso nuove innovazioni sul modo in cui l’energia geotermica può essere utilizzata come fonte di energia pulita per riscaldare e alimentare gli edifici, mentre il progetto MATChING ha guidato gli sforzi europei per ridurre la domanda di acqua di raffreddamento attraverso tecnologie innovative nelle centrali termoelettriche e geotermiche».

L’obiettivo, adesso, è migliorare ancora. In seguito all’annuncio del Green Deal da parte della Commissione UE, che conta di mobilitare 1000 miliardi di euro in dieci anni e fare dell’Europa il primo continente a emissioni nette zero di gas serra entro il 2050, «l’impulso a sviluppare ulteriormente e infine applicare le tecnologie geotermiche come contendente praticabile e serio nell’ambito del mix energetico dell’Ue aumenterà ulteriormente».