Concluso il fermo temporaneo per evitare prolungati disturbi olfattivi, tutta la macchina è stata sostituita con nuova componentistica di ultima generazione
Si sono concluse le operazioni di rinnovo dell’impianto AMIS (Abbattitore Mercurio Idrogeno Solforato) di Bagnore 3, iniziate da Enel Green Power nei giorni scorsi, durante i quali la centrale da 20 MW è stata fermata temporaneamente per evitare prolungati disturbi olfattivi.
«Tutta la macchina è stata sostituita con nuova componentistica di ultima generazione che garantirà efficienza e continuità del servizio», informano da EGP. Con oggi partono le operazioni di riaccensione della centrale geotermica, che secondo le informazioni fornite dal gestore si completeranno nella giornata di sabato 18 luglio: le procedure tecniche prevedono prima la messa in esercizio della centrale e successivamente il riscaldamento dell’impianto AMIS. Considerata la portata dell’intervento, consistito nel restyling totale dell’apparecchiatura, sarà necessario fare tutte le prove funzionali fino alla messa a regime che avverrà sabato 18 luglio.
«È possibile – precisa l’azienda – che durante le prove ed il riavviamento impiantistico si verifichino alcuni momenti di disturbo olfattivo, monitorati ed ovviamente ampiamente al di sotto dei limiti previsti dalla normativa. Enel Green Power, che ha effettuato un investimento importante nel segno dell’eccellenza tecnologica e della sostenibilità ambientale, ringrazia per la collaborazione le Amministrazioni Comunali ed i Sindaci di Santa Fiora e di Arcidosso, con cui sono stati concordati tempi e modalità di intervento».
Gli AMIS sono infatti gli abbattitori in grado di tenere sotto controllo le emissioni di mercurio e di idrogeno solforato naturalmente presenti nei fluidi geotermici impiegati per la produzione di energia; l’idrogeno solforato, in particolare, con il caratteristico odore di uova marce, è quello che altrimenti caratterizza le aree dove le emissioni geotermiche fuoriescono naturalmente dal sottosuolo.
Da questo punto di vista, l’installazione degli AMIS rappresenta un importante presidio ambientale per i territori geotermici.
«L’AMIS di Bagnore 3 è in esercizio dal 2001 ed è stato il primo realizzato su un impianto geotermico, dando il via ad un percorso di installazione su tutte le centrali conclusosi nel giugno 2015: ad oggi – ricorda Enel – tutti i 37 gruppi di produzione delle 34 centrali toscane sono dotati di AMIS con un livello di efficienza superiore al 95%, grazie anche ad un processo di manutenzione e innovazione continua che ha visto Enel Green Power effettuare investimenti importanti e costanti negli ultimi venti anni».
A documentare questi investimenti è da ultimo il rapporto Geothermal power generation in the world 2015-2020 Update report, realizzato in vista del World Geothermal Congress, secondo il quale negli ultimi cinque anni in Italia sono stati investiti 263 milioni di dollari per migliorare gli impianti geotermoelettrici esistenti, in particolare per quanto riguarda l’abbattimento delle emissioni di gas incondensabili, chiaro riferimento, questo, agli AMIS.
Al proposito è l’Annuario pubblicato lo scorso autunno dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT) a confermare che il 100% degli impianti geotermici monitorati da ARPAT mostra valori inferiori al limite d’emissione sia per l’H2S (idrogeno solforato o acido solfidrico) che per l’Hg (mercurio) e per l’SO2 (biossido di zolfo o anidride solforosa).
Più nel dettaglio, l’AMIS risulta in grado di abbattere fino al 99% dell’acido solfidrico che si ripartisce nel gas in uscita dal condensatore.
Per quanto riguarda il mercurio, invece, l’Agenzia aggiunge che «le determinazioni dei livelli di esposizione da mercurio della popolazione della zona del monte Amiata, dovuti alla somma dei due contributi (componente naturale in presenza di una significativa anomalia geologica più la componente emissiva delle centrali) dimostrano valori molto lontani dal valore limite di cautela sanitaria stabilito dalle linee guida internazionali di 200 ng/m3 mediato su base annua. Nell’area del monte Amiata si registrano spesso dati paragonabili ai livelli di fondo naturale, ovvero per lo più compresi fra 2-4 20 ng/m3 con alcuni picchi a 8-20 ng/m3», dove 20 ng/m3 è il valore normalmente misurato nelle aree urbane.