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Geotermia e aree non idonee: dal Consiglio Regionale ok alla modifica del PAER

Il Piano Ambientale Energetico Regionale della Toscana si completa con l'individuazione delle aree non idonee all'installazione di impianti geotermici

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Il Piano Ambientale Energetico Regionale della Toscana si completa con l’individuazione delle aree non idonee all’installazione di impianti geotermici


Dopo il via libera ottenuto in commissione Ambiente la scorsa settimana, adesso anche l’Aula del Consiglio Regionale ha approvato a maggioranza la deliberazione di modifica del Piano Ambientale Energetico (PAER) per l’individuazione delle Aree Non Idonee (ANI) all’installazione di impianti geotermici.

Passa anche l’emendamento presentato da Sì-Toscana a sinistra per “comprendere nelle aree tutelate anche le buffer zone, intese come quelle tampone in grado di garantire una protezione aggiuntiva necessaria e individuate secondo i criteri e gli elaborati predisposti dall’Unesco”.

Respinta, invece, la proposta di risoluzione firmata dal Movimento 5 stelle per “attivare un percorso di revisione e aggiornamento”.

La visione complessiva di questo «atto molto importante per la geotermia in Toscana», dichiara il presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (PD), integra alla disciplina della geotermia approvata a gennaio 2019 un quadro conoscitivo puntuale delle diverse specificità territoriali per consentire programmazione e scelte calate nel territorio, come riassumono dal Consiglio Regionale.

In questo contesto «la ricerca mineraria è assolutamente libera e tale rimarrà, ma – spiega Baccelli – la disincentiviamo laddove le vocazioni sono stringenti e la semplifichiamo in quelle aree in cui la geotermia è riconosciuto come una opportunità».

Come noto, finora per altre fonti rinnovabili quali eolico, fotovoltaico e biomasse le Aree Non Idonee erano già presenti nel Piano Regionale, mentre non era presente una regolamentazione delle aree idonee e non idonee all’attività geotermoelettrica (sebbene, per loro natura, i fluidi geotermici adatti per la produzione di energia elettrica siano già localizzabili in aree ristrette del territorio regionale).

Per questo, sin dal 2017, la Giunta ha fornito alcune linee guida cui hanno risposto 51 Comuni – tra quelli che già oggi ospitano impianti geotermoelettrici, limitrofi e altri –, che hanno inviato le loro proposte per l’individuazione delle ANI, in una vasta operazione di ascolto del territorio.

Un lungo percorso giunto adesso a un punto fermo.