«Definire i criteri di incentivazione della geotermia nel nuovo decreto FER e chiarire le future modalità di riassegnazione delle concessioni geotermiche»
La task force guidata da Vittorio Colao – all’interno della quale figurano anche personalità di primo piano in fatto di sostenibilità, come la presidente del WWF Donatella Bianchi e il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini -, ha consegnato al Governo il dossier Iniziative per il rilancio. Italia 2020-2022, dove in 121 schede vengono presentate numerose proposte per impostare lo sviluppo del Paese dopo l’emergenza sanitaria, investendo in un’economia più verde e digitale.
Un percorso tutt’altro che spontaneo.
Secondo il dossier, infatti, la pandemia COVID-19 «rischia di rallentare la realizzazione dei progetti di transizione energetica, esponendo il sistema Paese ad un rischio climatico e competitivo a lungo termine».
Al contempo, ad oggi in Italia «(non) sono previsti percorsi prioritari per progetti di transizione energetica, limitando di fatto il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC)».
Dati di fatto aggravati da un ecosistema normativo che non facilita la realizzazione di investimenti in green economy: nel piano Colao, ad esempio, si spiega che la durata dell’iter autorizzativo di infrastrutture energetiche è in Italia superiore alla fase realizzativa degli impianti stessi (fino a 7 anni per i progetti più onerosi).
Per invertire la rotta è necessario puntare con decisione sulle fonti rinnovabili, e, tra i comparti che potrebbero rispondere in tempi brevi all’appello, c’è proprio la geotermia: il dossier propone infatti di «mappare le opere in concessione che possano disporre a breve di progetti di investimento; tra i vari si segnalano autostrade, distribuzione gas e generazione idroelettrica e geotermica».
Ma in che modo incoraggiare investimenti sostenibili in geotermia?
Intervenendo in primis in materia di incentivi e concessioni.
«Le concessioni di infrastrutture devono dare corso ad investimenti per il miglioramento, anche in linea con gli obiettivi del Green Deal, tuttavia – si argomenta nel piano – molti contratti di concessione sono scaduti/in scadenza, bloccando di fatto ogni investimento a causa dell’incertezza di ritorno economico per gli operatori».
Come noto, ad esempio, in Toscana scadono nel 2024 le concessioni ad Enel per la coltivazione della geotermia, le uniche ad oggi in Italia ad alimentare centrali geotermoelettriche.
Al proposito, il piano presentato al Governo ritiene necessario «negoziare un’estensione delle concessioni equilibrata e condizionata ad un piano di investimenti espliciti e vincolanti (ad es., nei settori autostrade, gas, geotermico e idroelettrico), coerenti con le macro-direttive del Green Deal europeo».
Per quanto riguarda in particolare la geotermia, il dossier mette in evidenza anche l’anomalia degli incentivi per la produzione di energia elettrica, ad oggi non rinnovati per questa fonte rinnovabile a differenza di altre.
Da qui la necessità di «definire i criteri di incentivazione della geotermia nel nuovo decreto Fer», oltre a «chiarire le future modalità di riassegnazione delle concessioni geotermiche».