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Nonostante gli utili in calo (-8,8%) dividendo da 2,48 centesimi

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Enel Gp centra i target e conferma la cedola verde

Fonte: Il Sole24ore

Autore: Celestina Dominelli

La Robin tax e la chiusura del rubinetto della Tremonti-ter rallentano la corsa di Enel Green Power che archivia il 2011 con un utile netto di 412 milioni di euro, in calo dell’8,8% rispetto all’anno prima (-9,7% per il risultato netto). In crescita, invece, i ricavi, pari a 2,52 miliardi di euro a fronte dei 2,27 del 2010 (+11,3%), che risentono in particolare dei proventi (181 milioni) legati alla suddivisione degli asset spagnoli di Eufer (decisa nel 2010), a un indennizzo in Nord America e alla rivalutazione delle partecipazioni in Sea e Termica Portuguesa. Così, a Piazza Affari, lo spin off delle rinnovabili, nato nel 2008 da una costola di Enel, scivola a -1,66% in chiusura di seduta limitando comunque i danni rispetto al -2,44% della capogruppo che domani presenterà il bilancio 2011 e il nuovo piano industriale.
Ieri il cda ha quindi approvato i conti dello scorso anno e ha proposto un dividendo di 2,48 centesimi di euro per azione. L’Ebitda è pari 1,58 miliardi di euro, con un incremento del 20,6% rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto all’ottima performance delle attività controllate in Spagna e in Sudamerica – dove il margine operativo lordo ha registrato un incremento del 70,5% – e in Nord America (+27,4 per cento per l’Ebitda). Risultati che hanno più che compensato la flessione segnata in Italia e nel resto dell’Europa (-1,4%). Bene anche l’Ebit, pari a 913 milioni, contro i 794 milioni del 2010 (+15%). Al netto però dei proventi legati alle operazioni avviate in Spagna e all’indennizzo in Nord America, l’incremento è più contenuto: +6,8% per il margine operativo lordo, +3,3% per il risultato operativo. Cresce, poi, l’indebitamento netto a 4,07 miliardi di euro rispetto ai 3,09 milioni del 2010.

La performance è comunque giudicata soddisfacente. Tanto che l’amministratore delegato e dg di Enel Green Power, Francesco Starace, ha sottolineato come i risultati 2011 «confermino il pieno raggiungimento di tutti gli obiettivi di crescita comunicati ai mercati lo scorso marzo. Abbiamo ampiamente centrato il target prefissato di capacità aggiuntiva, con circa 900 nuovi megawatt installati, e raggiunto quello previsto per l’Ebitda».
In effetti a fine dicembre la capacità installata netta del gruppo risulta pari a 7.079 megawatt, incrementata di 977 megawatt (+16%) rispetto al 2010 e derivante principalmente dal settore eolico (887 megawatt). Nel frattempo la produzione di energia elettrica è cresciuta di 0,7 TWh (3%), per effetto del nuovo eolico e del significativo contributo del geotermico, controbilanciati da un calo dell’idroelettrico. A pesare sui conti della società, come detto, è stato il combinato disposto della fine degli incentivi della Tremonti-ter – limitati agli esercizi 2009-2010 – e dell’inasprimento della Robin tax (20 milioni di euro di maggiori imposte stimate solo nel 2011). Presentando i risultati agli analisti, Starace ha poi detto che Egp vuole uscire dalla Bulgaria (dove il gruppo possiede impianti eolici per 40 megawatt circa) e che la società ha in corso d’esecuzione progetti per altri 2 gigawatt di capacità, «quanto basterebbe per i prossimi due anni».