Sentivo più leggera la mia impronta ambientai e su questo mondo grazie alla mia nuova auto ibrida, fin quando gli studi di Chris Cheny e Shuguang Ji, pubblicati sulla rivista Environrnental Science and Technology, sui veicoli elettrici in 34 grandi città cinesi, hanno messo in crisi questa certezza: le loro emissioni possono essere maggiori di quelle delle auto tradizionali perché le emissioni emesse sono quelle che si verificano quando viene generata l’enèrgia elettrica, non quando si usa l’autoveicolo e in Cina l’85% dell’energia prodotta deriva da carburanti fossili (carbone al 90%). Per questo l’energia necessaria per far funzIonare le auto elettriche produce polveri sottili in percentuale maggiore rispetto a quelle emesse dalle auto a benzina. Non sono pentito della mia auto ibrida, però il mondo in cui viviamo ci impone di non fermarci alla superficie dei problemi e così non basta dire green per risolvere i problemi. Sostituire energie e materiali di origine fossile con fonti energetiche rinnovabili, neutrali sul clima, è oggi alla nostra portata perché ricerca e innovazione in questo campo sono in piena espansione ed esistono tecnologie di conversione della radiazione solare e delle piante non solo per la produZione d’elettricità, ma anche per quella di calore, di combustibili e di una serie di materie prime.
La Strategia Europa 2020 contempla fra i suoi obiettivi la riduzione delle emissioni di C02. Nel 2007 il governo tedesco ha presentato un piano per ridurre le emissioni di gas serra del 40% entro il 2020 rispetto al 1990, con una riduzione di emissioni di 270 milioni di tonnellate di C02. Due degli otto punti del piano riguardano una riduzione del consumo di elettricità dell’11 rispetto al 2006 grazie ad un massiccio incremento dell’efficienza energetica e a un raddoppio della cogenerazione di calore ed elettricità. Migliorare l’efficienza energetica per ridurre le emissioni, ridurre i consumi e i costi per i cittadini: è una strategia importante tanto quanto i nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. I cambiamenti della domanda di energia sono rilevanti e strutturali, basti dire che mentre fino a qualche anno fa era l’industria a dominare, oggi gli usi civili rappresentano circa la metà dei consumi elettrici e oltre un terzo dei consumi energetici totali. Saranno dunque le città il campo principale di intervento. Abbiamo bisogno di un grande piano di incentivi per il miglioramento dell’efficienza energetica di abitazioni, immobili pubblici e impianti industriali. Ciò permetterebbe di mettere in movimento il settore edilizio con attività di manutenzione e miglioramento tecnico e tecnologico del costruito (e non con la costruzione di nuovi edifici con ulteriore consumo di suolo) e nuovo lavoro; di contribuire al saldo energetico complessivo. Riducendo consumi e emissioni di gas serra; di migliorare il saldo economico per famiglie e imprese con importanti risparmi; di incrementare il valore degli edifici. La definirei rainbow economy, una economia arcobaleno perché sostenibile e redditizia, :, " che si basa su un modello di business competitivo ispirato alla natura, ma comprende anche coesione sociale, nuova qualificazione del lavoro, riforma del welfare state, miglioramento del1a qualità della vita, felicità. E’ questa la risposta moderna e innovativa che l’economia grigia (fossile) della crescita quantitativa non può dare.