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Anna Maria Olivero e Pino Tebano con la loro onlus “Solare Collettivo” scambiano energia per le aziende agricole con prodotti e servizi

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Energia rinnovabile in cambio di tome

Fonte: La Repubblica- Torino

Autore: Carlo Petrini

Energia rinnovabile in cambio di tome. Di cosa stiamo parlando? Di uno dei tanti innovativi progetti dell´associazione "Solare Collettivo Onlus" (www.solarecollettivo.it), creata quasi per gioco nel 2007 a Racconigi da un´idea di Marco Mariano, agricoltore biologico di Villafalletto e concretizzata da un gruppo di appassionati. «L´idea alla base del progetto era chiara: volevamo realizzare un impianto fotovoltaico collettivo senza però utilizzare un terreno agricolo destinato alla produzione di cibo» racconta entusiasta Anna Maria Olivero, presidente dell´associazione. «Così abbiamo cominciato a cercare delle soluzioni alternative e i tetti degli edifici si sono rivelati ideali per l´installazione dei pannelli, riducendo al minimo l´impatto ambientale e preservando il paesaggio», continua prima che Pino Tebano, tesoriere e socio fondatore di "Solare Collettivo" si inserisca nella conversazione: «L´iniziativa ha avuto un successo inaspettato, e da lì è iniziata l´avventura», che li ha portati a costituire una cooperativa che permettesse di sormontare gli ostacoli burocratici ed economici e rendesse il progetto più facilmente replicabile. Così è nata, nel dicembre 2008, "Retenergie", «figlia di "Solare Collettivo"», come la presenta Pino, che al momento conta già 400 soci in tutta Italia. «Insomma, "Solare Collettivo" è la fucina delle idee, mentre "Retenergie" il braccio operativo!» scherza Pino. «E io sono più che ottimista, sono convinto con "Retenergie" raggiungeremo i mille soci entro due anni!». Per darvi qualche esempio concreto delle loro iniziative non possiamo non partire dall´ultimo nato, il progetto "Coltiviamo il Sole", fiore all´occhiello di Pino, che ne va giustamente molto fiero e che ci spiega: «In questo caso i soci della cooperativa partecipano finanziariamente alla creazione di un impianto realizzato sul tetto di un´azienda agricola biologica o di un agriturismo, ma la particolarità sta nella modalità di restituzione del capitale investito, che avviene in prodotti o servizi». Per capirci: a seconda della cifra versata si ha un buono annuale spendibile in cene, formaggi o verdure. Grande. «Il progetto è partito con l´Azienda agricola Lo Puy di San Damiano Macra [Marta e Giorgio, proprietari della Lo Puy, sono già stati protagonisti di questa rubrica, ndr], in Val Maira, ma lo scopo è trovare altre realtà per replicare l´iniziativa e sviluppare possibilità lavorative, sempre nel rispetto dell´ambiente», continuano con il loro genuino entusiasmo. Un altro interessante progetto dell´associazione racconigese riguarda la creazione di gruppi di acquisto solidale (Gas) per il fotovoltaico, a cui l´anno scorso hanno aderito una cinquantina di soci. Siamo ormai abituati a sentir parlare di Gas relativi a prodotti alimentari dove si scelgono con cura i produttori. Ma come funziona invece un Gas per il fotovoltaico?
«Diversamente da un Gasalimentare, che ha una sua continuità fatta di appuntamenti e approvvigionamenti regolari, qui invece è ovviamente "una tantum"!» esclama Pino. «Il passaparola è fondamentale, per cui di solito organizziamo due incontri formativi in cui presentiamo il progetto a chi desidera piazzare i pannelli fotovoltaici sulla propria abitazione e selezioniamo un´azienda installatrice sul territorio valutandone la solidità e il rispetto dei principi etici, concordando sia il prezzo che le garanzie a cui fornirà l´impianto ai soci». E con Anna Maria non si scherza, è molto rigida su questi criteri, che partono dalle tecniche di installazione, che devono essere il meno impattanti possibile, seguendo criteri ecologici e rispettosi del lavoro, fino alla fornitura di un servizio di assistenza continuativo. «Così facendo riusciamo a dare assistenza a chi non saprebbe da che parte cominciare per installare un impianto fotovoltaico sulla propria casa», spiega con orgoglio Pino. L´obiettivo dell´associazione non è però solo realizzare progetti energetici, bensì creare nuove opportunità per i giovani della zona. «Abbiamo capito subito che c´era bisogno di qualcuno che seguisse i rapporti tra le aziende fornitrici dei pannelli e i soci dei GAS, e grazie al successo avuto ora abbiamo costituito un gruppo che gestisce i progetti e ne valuta gli aspetti tecnici», continua. Il meccanismo dell´azionariato popolare, su cui si basano le attività della cooperativa, permette di realizzare progetti molto grandi con un contributo economico relativamente limitato da parte dei singoli soci. Il detto africano che accoglie i visitatori nella sede di "Solare Collettivo" recita: "Noi non ereditiamo la terra dai nostri padri, ma la prendiamo in prestito per i nostri figli". E sono proprio i principi di eticità, chiarezza e condivisione a guidare il lavoro di questo gruppo. La cooperativa è impegnata anche nei Paesi del terzo mondo, dove ha sviluppato il progetto "Ventolone" per diffondere sistemi eolici a costi contenuti e basso impatto ambientale, e nelle scuole primarie e secondarie, dove porta avanti "Ambientiamoci", un percorso di sensibilizzazione ed educazione ambientale. Le difficoltà quotidiane ovviamente non mancano, soprattutto perché il gruppo è costituito esclusivamente da volontari: «Certo, tutti abbiamo un altro lavoro, Pino è il direttore dell´ufficio postale, mentre io insegno matematica e scienze alle scuole medie», racconta Anna Maria. «Quindi ci dedichiamo a "Solare Collettivo" durante la notte e nel tempo libero», continuano. «Possiamo far nascere un´economia diversa, fatta di solidità, di progetti concreti, di lavoro e non solo di carta. In futuro vogliamo che i soci possano acquistare energia elettrica rinnovabile direttamente dalla cooperativa, senza dover dipendere da altri intermediari. Tutti contribuiremmo così a ridurre le emissioni e far respirare il pianeta, diventando proprietari di un po´ di energia» illustrano all´unisono Anna Maria e Pino, gli occhi che brillano. «L´importante è crederci e avere passione, poi tutto è possibile». E lo stanno dimostrando.
storiedipiemonteslowfood.it