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Il Ruanda investe nella geotermia con l’aiuto di Giappone e Cina

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Saranno investiti circa un miliardo di dollari da parte del governo che ha già firmato un accordo da 7 miliardi di dollari con la Cina per le attrezzature tecnologiche

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Il governo del Ruanda ha deciso di investire fondi per circa un miliardo di dollari per lo sviluppo della geotermia. Lo ha annunciato il ministro per l’Energia e le risorse idriche Emma Francoise Isumbingabo, in un incontro che ha riunito tutte le parti interessate per l’esplorazione geotermica e per lo sfruttamento di questa fonte di energia.

«Abbiamo condotto studi e prima della fine di questo mese -ha detto il ministro Isumbingabo- saremo in grado di avere tutti i report per iniziare la perforazione di tre pozzi previsti nella zona di Karisimbi, sulle pendici delle montagne di Virunga, di Kinigi e di Gisenyi, ai piedi dell’omonimo monte».

Il Karisimbi è la vetta più alta della principale catena montuosa del Ruanda, quella dei monti Virunga, nel nord-ovest del Paese, in cui sono presenti diversi vulcani attivi.

Gli studi sulla presenza di risorse geotermiche nel sottosuolo ruandese sono in atto già da diversi anni.

Il ministro ha fatto riferimento alle diverse indagini svolte da altrettante imprese -compresa la compagnia per l’energia elettrica del Kenya (Kengen)- già dal 1983: da queste indagini è emerso, nel 2009, che l’area di Karisimbi è molto ricca di risorse sotterranee di energia geotermica ma che anche in altri siti, quali Gisenyi, Kinigi e Bugarama hanno dato risultati di un certo interesse.

Alle parole del ministro ha fatto eco il presidente della Geothermal Unit at the Energy Water and Sanitation Agency (EWSA), Aimable Habinshuti, spiegando che erano stati completati gli studi scientifici nelle aree ricche di potenzialità da parte della società neozelandese Auckland Uniservices Ltd.

«Attualmente –ha detto Habinshuti- stiamo effettuando un’interpretazione dei dati di esercizio che ci darà una relazione finale su questo progetto».

«Stiamo anche lavorando –ha aggiunto- su misure volte a garantire che i potenziali rischi siano ridotti al minimo durante la fase di esplorazione» resa difficile per le «attrezzature inadeguate e la scarsa preparazione delle risorse umane presenti nel paese».

Nella fase di esplorazione il Ruanda ha potuto e potrà avvalersi della Agenzia Internazionale per la Cooperazione del Giappone, il cui rappresentante Hiroyuki Kobayashi, ha assicurato sostegno: «Abbiamo portato cinque esperti in esplorazione geotermica e continueremo a fornire assistenza tecnica ogni volta ce ne sarà necessità».

Riguardo alle tecnologie necessarie per lo sfruttamento di queste risorse entra in gioco, invece, la Cina.

Il ministro Isumbingabo ha, infatti, annunciato che il governo del Ruanda ha già firmato un contratto, del valore di 7 milioni di dollari, con la China Petroleum Technology and Development Corporation per la fornitura di macchinari che serviranno, appunto, alla realizzazione di infrastrutture, alla costruzione di una centrale elettrica e all’ acquisizione di macchinari per lo sfruttamento dell’energia geotermica.

Il presidente di EWSA, Aimable Habinshuti, ha confermato alla stampa che i macchinari di perforazione saranno consegnati in meno di cinque mesi e «Non appena li riceveremo –ha aggiunto- inizieremo i lavori di trivellazione dei pozzi».

L’obiettivo del piano nazionale per l’energia elettrica, ha spiegato Aimable Habinshuti, prevede che l’energia geotermica possa potenzialmente fornire la metà del fabbisogno energetico del Paese entro il 2020, attualmente coperto soprattutto con centrali idroelettriche, e, intanto, contribuire entro il 2017 con la produzione di almeno 300 MW di energia elettrica.