L’energia geotermica dimostra grande flessibilità di utilizzo. Dopo le ricerche per pescare acqua calda presente nei vulcani si sta portando avanti un progetto basato sullo sfruttamento delle differenze di temperatura nelle acque oceaniche. L’applicazione, denominata OTEC (Ocean Thermal Energy Conversion), nella versione realizzata dalla società Lockheed Martin utilizza ammoniaca, in un processo a circuito chiuso, che evapora circa 20 °C. Le acque dei tropici hanno una temperatura superficiale di circa 25 °C mentre a 3.000 metri più in basso misura circa 5 °C. Questa differenza di calore è ampiamente sufficiente per far evaporare l’ammoniaca e poi ricondensarla in forma liquida. Il vapore generato alimenta una turbina in modo efficiente e senza sconvolgere i delicati equilibri marini. Se tutto andrà come nelle previsioni, un impianto OTEC può generare più energia sufficiente senza alcun impatto ambientale. Le stime sono di produrre da 3 a 5 terawatt con un processo senza alcun effetto per l’oceano e a zero emissioni, e addirittura arrivare a raggiungere una produzione di energia fino a 15 terawatt all’anno a livello globale.