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Aiuti pubblici fino al 50% del capitale investito

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L’esperto di Interprofessional Network (IN) spiega perchè il settore delle energie verdi in Romania è particolarmente attraente per le imprese italiane, soprattutto perché beneficia di aiuti di Stato

Fonte: Il Sole24ore

Autore: Pietro Mastellone

Il settore delle energie verdi in Romania è particolarmente attraente per le imprese italiane, soprattutto perché beneficia di aiuti di Stato. Con la legge n. 220/2008 (modificata dalla legge n. 139/2010) l’ordinamento rumeno incentiva, mediante un sistema di tetti minimi annui di produzione e commercio dei certificati verdi, l’installazione di centrali per la produzione di energia elettrica sfruttando ogni fonte naturale (eolica, idroelettrica, geotermale, fotovoltaica, biomassa, gas ottenuto dalla lavorazione termica dei rifiuti, eccetera). I beneficiari sono gli impianti di produzione di energia rinnovabile, in favore dei quali sono emessi certificati verdi della durata di 16 mesi che possono essere negoziati su un mercato dedicato ad un valore variabile dai 27 ai 55 euro per certificato, così come indicizzato dall’Autorità rumena per la regolazione del settore energetico (Anre). Il tetto minimo annuo di produzione per il 2012 è fissato al 12% e per il 2013 al 14%, con un incremento di un punto percentuale fino al 2020 (per il quale è fissato al 20%). Tale schema di aiuti di Stato prevede che i nuovi beneficiari possano essere ammessi alla disciplina fino al 31 dicembre 2016.
La decisione del Governo n. 750/2008 (e successive modifiche) prevede inoltre uno schema di aiuti di Stato regionali destinati a investimenti nelle energie rinnovabili erogabile fino al 31 dicembre 2013. In base a tale disciplina – il cui budget per il 2012 è pari a 35,8 milioni di euro – gli aiuti possono andare a coprire: il 40% dell’investimento per la regione in via di sviluppo n. 8 (Bucharest-Ilfov); il 50% dell’investimento per ciascuna delle altre 7 regioni in via di sviluppo; tali percentuali salgono ulteriormente del 10% se il richiedente della sovvenzione è una media impresa e del 20% se è una piccola impresa.
Un’altra disciplina di favore è prevista per le imprese che, entro il 31 dicembre 2013, effettuano investimenti nei parchi industriali (regolati dalla legge n. 490/2002). Tali imprese hanno diritto ad ottenere: esenzione dall’imposta sui fabbricati; esenzione dall’imposta sui terreni; esenzione dal pagamento delle imposte legate al cambio di destinazione dei terreni facenti parte dei parchi industriali; esenzione dal pagamento delle imposte connesse al cambio di destinazione dei terreni da agricoli a industriali. Le prime due agevolazioni sono concesse direttamente dalle autorità territoriali competenti nel parco industriale.
Oltre a tali incentivi, va considerata la vantaggiosa tassazione sul reddito delle società con aliquota unica al 16%. Dal 2010 invece l’Iva è aumentata al 24% per stabilizzare il debito pubblico e ottenere 20 miliardi di aiuti dall’Fmi. L’operazione, "dolorosa" per le imprese, ha però accresciuto la fiducia degli investitori nella Romania.
Un altro aspetto di grande attrazione per gli investimenti nel settore delle rinnovabili consiste nella possibilità di accedere ai Fondi strutturali e di coesione Ue, che per il periodo 2007-2013 ammontano a circa 31,5 miliardi di euro. Gli investitori potranno accedere a tali fondi in un gran numero di settori, fra i quali l’acquisizione di attrezzature e impianti che incrementano l’efficienza energetica, la gestione dei rifiuti e la riduzione dell’inquinamento ambientale, nonché, appunto, la costruzione di impianti per la produzione di energia rinnovabile.