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Così il vapore diventa energia

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Sbuffi, turbine e condensatori: ecco cosa succede nella pancia del gigante

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Autore: Fiora Bonelli

La visita a una centrale geotermica dimostra sul campo, amplificandolo, tutto quanto hai studiato nel libro di fisica, te lo mette davanti in maniera monumentale, in un viaggio dentro un marchingegno dove tutto è gigantesco: tubi, cavi, costruzioni metalliche, ganci. La visita a Bagnore 3 è cominciata dal “dentro”, il punto dove il vapore viene immesso in centrale per la lavorazione. Oltre al normale rimbombo delle macchine, si sente uno strido fastidioso. «È per allontanare i piccioni», spiegano. Le centrali geotermiche sfruttano il calore delle profondità terrestri. Ma perché lo sfruttamento sia possibile occorre una triplice coincidenza, abbastanza rara: un’anomalia termica, terreni impermeabili sopra e sotto e acque in circolazione. E dato che in 100 anni si consuma meno del 2% di calore utile, la geotermia è considerata fonte di produzione energetica rinnovabile. Tutto ha dunque inizio dal pozzo produttivo (qui i pozzi sono due, uno a Santa Fiora e uno ad Arcidosso) da cui il vapore viene portato in superficie per mezzo di trivellazioni più o meno profonde, incanalato nei vapordotti e inviato alla turbina, dove la sua energia viene trasformata in energia meccanica di rotazione. L’asse della turbina è collegato all’alternatore che trasforma l’energia meccanica in energia elettrica alternata, trasmessa al trasformatore. Il quale innalza il valore della tensione e la immette nella rete di distribuzione. Il vapore che esce dalla turbina è riportato alla stato liquido in un condensatore. Le torri di raffreddamento consentono di raffreddare l’acqua prodotta dalla condensazione del vapore e di fornire acqua fredda al condensatore. Ogni sezione della centrale di Bagnore 3 ha il suo nome scritto sulla facciata a lettere cubitali. Una carta di identità mastodontica che avverte di cosa si sta parlando.
I gas vengono dirottati all’Amis, l’abbattitore di mercurio e idrogeno solforato: due enormi cilindri che lavorano sempre a parte i momenti di revisione . Cosa esce, dunque, da una centrale? Acqua fredda che va alla reiniezione, vapore acqueo che contiene goccioline con boro e arsenico e altre sostanze, e gas che vanno al trattamento di Amis.