Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, in occasione di un convegno sui temi della green economy.
Nei giorni scorsi si era già avuta la sensazione di una “stretta” da parte dei tecnici ministeriali sugli incentivi per geotermia, energia eolico, biomasse e idroelettrico, ma ora la conferma arriva dal ministro Clini in persona. “Abbiamo da completare il pacchetto per le rinnovabili e stiamo lavorando con il ministro Passera”, ha precisato il responsabile del dicastero dell’Ambiente.
L’obiettivo è anche quello di favorire, con il nuovo meccanismo incentivante, le aziende italiane ed europee a scapito di quelle cinesi, che secondo diverse associazioni di settore hanno tratto in molti casi il maggior giovamento dall’introduzione degli incentivi:’Purtroppo il sistema incentivante ha generato anche una situazione economica a vantaggio di imprese che non sono neanche europee – ha commentato Clini – stiamo lavorando perché gli incentivi siano a vantaggio delle imprese italiane ed entro la fine di febbraio avremo completato questo pacchetto’.
“Il sistema degli incentivi dovrà essere riorientato per consentire alle imprese italiane di svolgere un ruolo più rilevante nella competizione internazionale”, ha commentato Clini. “Sul versante dell’efficienza energetica è necessario adottare il relativo piano nazionale valorizzando soluzioni tecnologiche e realizzative che sviluppino la capacità competitiva dei campioni nazionali nel settore”.
Tuttavia le associazioni di settore non dormono sogni tranquilli: l’ultima bozza del decreto attuativo del Decreto Rinnovabili (Dlgs n. 28/2011 di recepimento della Direttiva 2009/28/CE) sembra preoccupare tre delle maggiori associazioni di categoria delle fonti rinnovabili, che hanno deciso di inviare una lettera al Presidente del Consiglio Mario Monti e ai Ministri Passera, Clini e Catania per richiamare la loro attenzione su alcune criticità del Decreto.
In particolare, APER – Associazione Produttori Energia elettrica da fonti Rinnovabili -, ANEV – Associazione Nazionale Energia del Vento – e ANIE – Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche – vogliono portare l’attenzione del Governo su quelli che ritengono essere alcuni dei principali punti critici:
– riduzione del budget di spesa: si è passati da 6-7 miliardi all’anno previsti dalla bozza precedente a 5-5,5 miliardi;
– incentivo minimo in caso di asta – prevista una riduzione del floor che è passato dal 70% previsto nella precedente bozza, già contentato duramente dalle associazioni, al 50% della base d’asta. Se dovesse essere confermata tale previsione, l’incentivo minimo vedrebbe snaturata la sua stessa funzione in quanto, applicando una riduzione del 50% si avrebbe un valore addirittura inferiore al prezzo della sola energia elettrica scambiata sul mercato;
– riduzione drastica delle tariffe che fermerà lo sviluppo del settore. Ribadiamo la necessità che la nuova disciplina preveda tariffe incentivanti che assicurino un equo ritorno di investimento e quanto più vicine possibile a quelle già proposte dalle associazione nei mesi scorsi (di seguito la relativa tabella);
– meccanismi di Ritiro Dedicato e Scambio sul Posto alternativi ai nuovi incentivi – tali meccanismi sono fondamentali per il sostegno della generazione distribuita e facilitano l’accesso al credito.