L’Italia è oggi uno dei principali mercati fotovoltaici del mondo. Il problema è che l’85% dell’investimento statale destinato allo sviluppo del settore sotto forma di incentivi finisce in tasca ai grandi fornitori mondiali di tecnologie prodotte altrove. Per invertire questa tendenza bisogna che nasca anche in Italia una vera industria fotovoltaica, che sviluppi e produca qui le sue tecnologie innovative. Questo dirà oggi Averaldo Farri, consigliere delegato della Power-One Italia di Arezzo, filiale nazionale del più grande produttore mondiale di inverter (dispositivi che trasformano la tensione continua prodotta dai pannelli fotovoltaici in tensione alternata), che nello stabilimento di Terranuova Bracciolini impiega più di mille dipendenti, al ministro dell’ambiente, Corrado Clini, venuto a visitare il suo centro ricerche dove nascono le nuove tecnologie energetiche che la multinazionale Usa vende in tutto il mondo. A seguito della forte crescita di domanda da mercati emergenti come quello statunitense ed asiatico, si stanno affiancando alla realtà italiana altri due stabilimenti in Nord America ed Asia per la produzione dei sistemi progettati in Toscana, ma destinati a quei paesi. In questo incontro, tra realtà industriale e governo, si discuterà anche del piano energetico nazionale, del sistema incentivante nel fotovoltaico e degli sviluppi legislativi successivi all’esaurimento del Quarto Conto Energia. La Power-One cercherà l’appoggio del governo e della Regione Toscana per lo sviluppo di un distretto industriale e proporrà la costituzione di un tavolo tecnico permanente per lo sviluppo di politiche industriali di lungo termine nel settore delle rinnovabili. Questa struttura produttiva italiana è fortemente radicata nel territorio e genera un discreto indotto occupazionale in tutto il Valdarno. L’azienda americana, infatti, è venuta qui nel 2006 acquisendo un’impresa locale, Magnetek, che aveva già una storia di 50 anni nel settore degli inverter. «Duecento ingegneri, un centro ricerche di 1.672 metri quadrati da cui è uscito l’inverter fotovoltaico più grande del mondo capace di illuminare 100 campi di calcio, questo è il profilo di Power-One Italia», afferma il mana ger. «Solo realizzando questi prodotti d’avanguardia riusciamo a stare sui mercati mondiali e competere in modo vincente. Possiamo farlo grazie a forti investimenti sul futuro. Con un fatturato di 585 milioni di euro destiniamo alla ricerca circa 18 milioni l’anno e i risultati si vedono». Il 57% della produzione italiana, che per il 95% è fatta di inverter fotovoltaici, viene esportata soprattutto in Europa, ma anche in Australia, India, Usa e Cina con un modello di marketing multicanale basato su vendite dirette ai grandi clienti quali Enel, Terna, Edison, Edf. Enercon, a cui si affiancano quelle della rete di distributori e rappresentanti. «È un modello complesso perché si rivolge a mercati diversi, BtoB e BtoC, che comunica con un mix di mezzi studiati ad hoc per rispondere a esigenze particolari di contatto con i target di mercato», sottolinea Farri. «Comunichiamo in Italia e all’estero tramite pubblicità su riviste tecniche del settore, con eventi dedicati ai distributori locali e con l’attività di training della Power-One Academy e l’investimento complessivo raggiunge i 2 milioni di euro».