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Incentivi alle rinnovabili: si cambia

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Sembra ormai al rush finale il decreto messo a punto dai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico per il nuovo sistema degli incentivi alle fonti rinnovabili, escluso il fotovoltaico

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

"Il governo intende mettere a punto la revisione degli incentivi alle fonti rinnovabili di energia prima della fine dell’anno". Queste le parole pronunciate dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini in una audizione alla commissione ambiente del Senato lo scorso novembre.

"Siamo già in ritardo", aveva riconosciuto Clini, sottolineando poi con forza la necessità di "riorientare il sistema di incentivi per creare valore aggiunto e anche per fare in modo che le imprese italiane che operano nel settore delle fonti rinnovabili possano avere un ruolo importante nella competizione internazionale". Pertanto aveva dichiarato che "il tema del pacchetto energetico è da risolvere prima della fine dell’anno".

Dopo l’annuncio i fatti, ed è adesso in dirittura d’arrivo il decreto che modifica il sistema di attribuzione degli incentivi per gli impianti di produzione di energie rinnovabili, eolico, idroelettrico, geotermico e biomasse, con il sistema delle aste per gli impianti di potenza superiore a 5 MW, fotovoltaico a parte.

Ad anticiparne i contenuti stavolta è stato il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera che si appresta a firmarlo assieme al collega dell’Ambiente, Corrado Clini.

Il provvedimento, che andrà a modificare il meccanismo di assegnazione degli incentivi agli impianti da fonti rinnovabili escluso il fotovoltaico (che ha il suo Conto Energia), prevede il raggiungimento di una soglia massima di spesa annua tra 6 e 7 miliardi di euro, circa un miliardo in più rispetto a quanto previsto dal precedente governo che indicava una soglia di 5,5 miliardi di euro.

La bozza indica che dal 2013 si abbandonerà il sistema dei certificati verdi, introdotti con il decreto di liberalizzazione del settore elettrico noto come Decreto Bersani.
Gli attuali
certificati verdi funzionano con il meccanismo dei titoli che un produttore (o un gestore di impianti) di energia rinnovabile può rivendere a qualsiasi industria o attività ne necessiti per ottemperare agli obblighi ambientali.

La stessa legge prevede, infatti, che i produttori (o importatori) di energia da fonti fossili debbano coprire una quota minima pari al 2% dell’energia prodotta con fonti rinnovabili al fine di abbattere i propri livelli di CO2 e, nel caso in cui non raggiungano questo valore, possano acquistare una quota equivalente in certificati verdi da un produttore di energia rinnovabile.

I certificati verdi sono emessi dal GSE (Gestore Servizi Energetici) su richiesta dei produttori di energia da fonti rinnovabili e ogni certificato verde corrisponde a una ben precisa quantità di CO2 non emessa.

I certificati verdi hanno quindi permesso alle imprese che producono energia da fonti non rinnovabili di rispettare la legge, hanno sostenuto lo sviluppo delle energie rinnovabili e aiutato a contenere le emissioni di anidride carbonica.

Dall’anno prossimo dunque il meccanismo degli incentivi cambierà, secondo quanto previsto dalla bozza del decreto alla firma dei due Ministri, e secondo quanto già introdotto nel Decreto Romani verso un sistema più diretto per gli impianti di piccola taglia e di aste per quelli superiori a 5 MW.

Nel caso dell’energia eolica, il decreto prevede un corrispettivo di durata ventennale (25 anni nel caso dell’eolico off-shore) e le cifre vanno da 310 euro per gli impianti fino a 20 KW, a 118 euro per quelli superiori ai 5 MW.

Per l’energia idroelettrica e quella geotermica il corrispettivo avrà una durata analoga (ovvero di  25-30 anni), e le cifre saranno comprese tra 230 e 102 euro nel caso dell’idroelettrico e tra 100 e 105 per la geotermia.

Gli impianti di potenza superiori ai 5 MW potranno accedere agli incentivi solo partecipando ad aste al ribasso e la soglia per il ricorso alla procedura competitiva sale a 20 MW per gli impianti a biomassa che utilizzano sottoprodotti agricoli e rifiuti biodegradabili.

L’incentivo che sarà riconosciuto sarà quello aggiudicato sulla base dell’asta al ribasso anche se comunque è previsto  un valore minimo dell’incentivo determinato tenendo conto delle esigenze di rientro degli investimenti effettuati.

La prima asta per l’assegnazione degli incentivi agli impianti rinnovabili superiori a 5 MW di potenza dovrebbe essere fissata entro giugno e nel triennio 2013-15 si prevede di incentivare circa 1.850 MW di energia eolica on shore, 680 MW di off shore, 150 MW di idroelettrico, 60 MW di geotermico e 180 MW tra biomasse, biogas e bioliquidi sostenibili.

Questo quanto previsto dalla bozza del decreto che prima di essere definitivamente approvato e pubblicato potrebbe subire, comunque, delle modifiche.