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La Toscana della geotermia premiata nei 100 casi di sostenibilità certificati da Legambiente

Al Comune di Montieri, Vapori di Birra, la centrale Cornia 2 e Serraiola Wine l’autorevole riconoscimento all’interno del report Comuni Rinnovabili 2019

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Non solo la Toscana dei Comuni guadagna un ottimo risultato all’interno del rapporto Comuni rinnovabili 2019 di Legambiente, ma anche quella delle attività produttive, prevalentemente grazie al sapiente uso della geotermia che viene portato avanti sul territorio.

Se in tutta Italia le rinnovabili sono praticamente ferme «l’altra faccia della medaglia, quella positiva – sottolineano dal Cigno verde – è invece rappresentata dalle 100 storie raccontate nel dossier, perché confermano che è possibile realizzare impianti ben integrati nell’ambiente e nel paesaggio».

Si tratta di 100 storie dal territorio, ovvero aziende, famiglie, amministrazioni che investono in un sistema energetico innovativo, in grado di guardare al futuro e avvicinare la produzione alla domanda di energia, dove la Toscana delle fonti rinnovabili – e dunque in particolare della geotermia, visto che dal calore della terra arriva oltre il 73% dell’energia pulita prodotta sul territorio – si guadagna ancora una volta un ruolo da protagonista.

All’interno delle 100 storie di Legambiente spicca dunque il Comune di Montieri (GR), che «presenta notevoli risorse geotermiche sfruttate con impianti moderni a beneficio della collettività. Sul territorio, in località Travale, si trova infatti la centrale geotermoelettrica da 20 MWe, alla quale, dal 2014, è collegata una rete di teleriscaldamento urbano ad alta efficienza da 6,1 MWt». Ma in Toscana dalla geotermia non si ricava “solo” elettricità e calore, ma anche molto altro, compresa la… birra.

È il caso di Vapori di Birra, il primo birrificio artigianale al mondo che – a Sasso Pisano (Castelnuovo Val di Cecina) sfrutta il vapore geotermico della vicina centrale Enel Green Power per coprire al 100% il fabbisogno energetico del ciclo produttivo, dall’ammostamento alla fermentazione; un successo legato a doppio filo alle risorse geotermiche del territorio, visto che circa metà dell’investimento iniziale dell’impianto è stato coperto da un bando pubblicato dal Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche (CoSviG) destinato a promuovere nuove iniziative imprenditoriali e a consolidare quelle già presenti nell’area.

Sempre il territorio di Castelnuovo Val di Cecina si è reso protagonista di un’importante innovazione tecnologica, attraverso la centrale Cornia 2, un impianto dove la coltivazione della geotermia si coniuga con l’impiego delle biomasse locali, permettendo «un uso efficiente delle risorse residue dell’agricoltura e delle foreste e l’utilizzo di colture in aree marginali, nonché una maggiore attenzione al patrimonio forestale con prevenzione del danno idrogeologico. L’impianto di Cornia – sottolineano da Legambiente – è l’unico impianto misto geotermico/biomassa fino ad ora realizzato ed è esempio di completa integrazione tra le due fonti».

E l’integrazione delle potenzialità portate da tutte le fonti rinnovabili presenti sul territorio, insieme a quella delle materie prime al 100% toscane, trova la sua massima espressione all’interno della Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili (CCER) – nata nel 2009 grazie ad un’intesa tra CoSviG, Slow Food Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità e un’avanguardia di aziende locali –, all’interno della quale oltre a Vapori di Birra quest’anno Legambiente ha scelto di premiare anche Serraiola Wine.

L’azienda, a conduzione familiare sin dalla fine degli anni ‘60, si estende nel Comune di Monterotondo Marittimo (GR) per 40 ettari, dove sono privilegiate le colture vitivinicole e l’olivo e dove le energie rinnovabili sono di casa: «Per l’approvvigionamento energetico – osservano da Legambiente – l’azienda si è dotata, nel 2008, di un gruppo fotovoltaico in silicio policristallino per una potenza complessiva di 12,48 kW, in grado di generare circa 15.000 kWh/anno di energia elettrica, corrispondenti al consumo medio annuo di circa 6 famiglie».