Il primo focus aziendale ha illustrato i temi della sicurezza e salute esponendo i dati relativi all’anno 2018 e le iniziative previste per quello in corso. E’ stato descritto un piano di azione su sicurezza e formazione che parte dall’analisi evolutiva del quadro normativo istruendo pratiche e procedure che vadano oltre queste stesse prescrizioni con l’obiettivo di migliorare i risultati aziendali. In modo particolare integrare ed armonizzare le direttive del D. Lgs. 624/96 con quanto contenuto nel testo unico sulla sicurezza (D. Lgs. 81/2008) unanimemente considerato più articolato e dettagliato, nonché rispondente alle attuali esigenze. Sono già al lavoro due team interdisciplinari chiamati “gruppo di miglioramento” (uno per “perforazioni” e l’altro “costruzioni e manutenzioni” con risorse provenienti da diverse articolazioni aziendali) con numerose iniziative programmate, in corso ed alcune già concluse sulle quali verrà fornito un ulteriore dettaglio nel corso di un prossimo incontro previsto a livello decentrato.
Sul fronte dei risultati tecnici l’anno 2018 si è chiuso sostanzialmente in linea con il budget pur registrando una produzione inferiore dello 0,2% imputabile ad un progressivo declino delle potenzialità dei campi geotermici i cui effetti sono stati mitigati dalla crescita dei costi di esercizio così come quelli di investimento su impianti produttivi che continueranno nei prossimi anni. (I costi di esercizio degli impianti cresceranno di circa 2,1 milioni di euro a cui si aggiungono più consistenti investimenti di sviluppo per circa 38 milioni di euro destinati a ripotenziamenti, rinnovamenti e nuovi pozzi).
Nelle perforazioni è previsto un progetto di recupero potenza attraverso un miglior sfruttamento dei campi con investimenti nel triennio 2019 – 2021 pari a circa 100 milioni di euro per la realizzazione di 11 pozzi che sommati alle attività già previste e in fase di completamento garantiscono la piena operatività dei tre equipaggi di perforazione.
Automazione e digitalizzazione saranno invece al centro delle azioni dedicate alla struttura di costruzioni e manutenzione: programma Dymola per modellazione e simulazione di sistemi integrati complessi sulla rete vapordotti e acquedotti (Radicondoli), Roboost Project (smart glasses ed utilizzo di droni nelle attività operative, Smart Geo (soluzioni tecnologiche innovative).
Sul capitolo sostenibilità sono stati brevemente ricordati ed illustrati i progetti di teleriscaldamento, forniture di calore a 5 complessi serricoli, il progetto “comunità del cibo ed energie rinnovabili” ed il teleriscaldamento per piccole e medie imprese ed attività turistiche e ricettive.
Per quanto attiene il contesto regolatorio Enel Green Power ha evidenziato 4 punti di attenzione. La scadenza delle concessioni al 2024 rispetto alla quale non è stato emanato un decreto che definisca le modalità di gara.
La legge regionale che introduce nuovi obblighi in caso di realizzazione di nuovi impianti.
Il decreto FER1, che non prevede forme di incentivazione per la produzione geotermica, ed il prossimo decreto FER2.
L’illustrazione si è concentrata sui primi due aspetti, tra loro strettamente collegati sui quali l’azienda lavorerà (in continuità con quanto fatto fino ad oggi) per presentarsi alla scadenza del 2024 come il miglior operatore in grado di cogliere gli obiettivi previsti dalla normativa regionale di miglioramento della qualità ambientale, ricadute socio economiche ed occupazionali ed inserimenti paesaggistici adeguati. In merito al contesto regolatorio nazionale la società – in questo caso in linea con le considerazioni che noi stessi abbiamo più volte espresso e portato avanti in questi ultimi mesi – ha precisato che, nonostante gli impegni politici internazionali nella direzione della tutela ambientale, l’attuale sistema di produzione non può prescindere dall’incentivazione di qualsiasi fonte energetica rinnovabile il cui utilizzo futuro è direttamente legato alle ingenti risorse economiche necessarie alla ricerca e sviluppo odierno delle migliori e più innovative tecnologie. In questo panorama la geotermia non rappresenta un eccezione e gli effetti di medio lungo periodo dell’esclusione dagli incentivi non tarderebbero a manifestarsi bloccando di fatto lo studio e la realizzazione anche dei così detti sistemi a ciclo chiuso.
L’illustrazione aziendale si è chiusa sugli assetti organizzativi del progetto denominato “Boosting Drilling” che consiste nella separazione organizzativa delle funzioni di operatore minerario e contrattista nell’ambito delle perforazioni.
Come FILCTEM CGIL riteniamo che, data la particolarità e localizzazione di questa attività, questi aspetti debbano essere riproposti ed affrontati con maggior dovizia di particolari sui tavoli territoriali anche se questo non ha impedito alcune prime considerazioni.
In tema di sicurezza e salute sono apprezzabili i risultati e gli sforzi di miglioramento aziendali, ma rimaniamo preoccupati per l’incremento degli infortuni concentratosi particolarmente all’inizio di questo anno.
I gruppi di miglioramento possono produrre interessanti risultati, ma sono ancora in quella logica a “senso unico” che tende ad evitare un coinvolgimento diretto delle rappresentanze dei lavoratori nello studio delle azioni da intraprendere.
La particolarità dell’attività mineraria e la sua localizzazione territoriale dovrebbe portare – a nostro avviso – alla creazione di strumenti permanenti di monitoraggio e proposta con il coinvolgimento diretto anche degli RLSA e delle OO.SS.
Il tema dei risultati tecnici e degli investimenti e costi di esercizio vanno ulteriormente approfondititi perché, ad esempio, il solo progetto di recupero potenza non ci sembra in grado di garantire la piena operatività nel triennio degli equipaggi di perforazione così come l’intera attività di perforazione prevista manca di elementi di dettaglio.
Per quanto attiene il sistema regolatorio continueremo a portare avanti la nostra battaglia a favore degli incentivi alla geotermia. Non abbiamo necessità in questa sede di ribadirne le ragioni ma riteniamo che, in mancanza di una correzione di rotta rispetto al testo FER1, gli effetti deleteri potrebbero manifestarsi in tempi più rapidi di quanto ritiene l’azienda in particolare da un punto di osservazione diverso dalle sole considerazioni economiche sul ritorno degli investimenti.
Anche sull’organizzazione le dichiarazioni dell’azienda non ci hanno convinti e ci auguriamo che un tavolo territoriale – con l’esperienza diretta di chi rappresenta gli operatori delle perforazioni – possa portare a valutazioni diverse. Il modello funzionale unico e tipico della geotermia che vede le attività di progettazione e realizzazione dei pozzi in una unica articolazione organizzativa non ha impedito di raggiungere eccellenti risultati sia come “operatore minerario” che come “contrattista” sia in Italia che all’estero ed ha anche consentito il raggiungimento di risultati sul versante di sicurezza ed ambiente altrettanto unici e positivi che una separazione dei ruoli potrebbe mettere a rischio.