Fronte del sì e fronte del no sulla geotermia in Toscana. Chi crede sia volano di sviluppo strategico, chi vuole dati certi e omogenei su emissioni in aria e in acqua e un supplemento di indagine sulle tecniche di estrazione.
In commissione Ambiente e Sviluppo Economico presiedute rispettivamente da Vincenzo Ceccarelli (Pd) e Caterina Bini (Pd), il tema delle energie rinnovabili è stato approfondito in un incontro con Enti Locali, Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpat), Usl di Grosseto e Siena, Università di Firenze, Pisa e Siena, Associazioni di categoria e ambientaliste, Organizzazioni agricole, Comitati di consumatori e utenti, Organizzazioni sindacali, Enel.
Una ricognizione servita per sentire il parere di tutti i soggetti coinvolti e per fare il punto sul tema della qualità dell’aria e sulle emissioni in ambiente nei territori coinvolti anche in vista dell’istruttoria sulla valutazione di impatto ambientale della centrale Bagnore 4 nell’Amiata.
Nei numerosi interventi che si sono susseguiti si è manifestata la diversità di opinioni tra favorevoli e contrari. Per il fronte del sì Enti Locali (sindaci di Arcidosso, Santa Fiora, Piancastagnaio, Pomarance, Radicofani, San Casciano dei Bagni e il presidente della Comunità montana Amiata Grossetano), Cgil e Cisl, Confindustria, Asl di Grosseto e Pisa e il gestore Enel. Tutti concordi che quello della geotermia è un settore “strategico, produce risorse e occupazione”, rappresenta un “pezzo importante dell’economia toscana”. Il messaggio emerso è dunque chiaro: “continuare, anche velocemente, sul percorso di condivisione tenendo alta l’attenzione per la salute di cittadini e ambiente”. Per quelle aree, come la Val d’Orcia, patrimonio dell’Unesco, o termali in cui la geotermia potrebbe “sembrare un paradosso”, la richiesta è quella di un approccio oculato.
La geotermia, insieme con il fotovoltaico e le biomasse, potrebbe garantire l’autosufficienza energetica della Toscana ma secondo Wwf e il Comitato Ambiente Amiata “non crea sviluppo e danneggia l’ambiente”. Non può essere volano perché, come si ricava dai dati dell’istituto regionale per la programmazione economica (Irpet) la Val di Cecina e Larderello “hanno l’indice di sviluppo più basso della Toscana”. Danneggia l’ambiente quando è ad “alta entalpia, come in Toscana”. Tecnica che ha spiegato il rappresentante dell’Ordine dei geologi, “comporta lo sfruttamento di fluidi ad alto potere inquinante”.
Da Enel la posizione ferma di una geotermia che “non è sfruttamento ma coltivazione”, ossia “ricerca del giusto equilibrio di rinnovamento delle risorse”.
Dal presidente Ceccarelli l’assicurazione che le commissioni “approfondiranno i dati e le informazioni emerse nel lungo incontro. È nostro fermo proposito costruire un quadro geotermico quanto più completo e aggiornato su cui muoverci”. Sul problema delle emissioni in aria, il presidente ha voluto ricordare la richiesta formulata al neo ministro dell’Ambiente Corrado Clini dall’assessore regionale Anna Rita Bramerini di “stabilire per legge i valori limite delle sostanze nocive prodotte dallo sfruttamento geotermico”.