È stato «il pioniere in Europa» di blocchi al traffico e targhe alterne e il primo in Italia ad abbandonare i divieti spot: «Perché le misure d’ urgenza non riducono il particolato». Il governatore Roberto Formigoni difende e rilancia le politiche «strutturali» della Regione, le sue, le uniche «efficaci e misurabili», e sfoggia il meglio del repertorio dialettico per demolire, giudicandola bonariamente, la strategia di Milano e Provincia: «Non si può che essere vicini alle amministrazioni che tentano di dare soluzioni al problema rilevante dell’ inquinamento… Ma nella Pianura Padana le particelle restano per settimane a causa della scarsa ventilazione e della mancanza di pioggia». Conseguenza: «Il divieto per i diesel Euro 3, in fasce orarie così limitate, servirà a qualcosina…». Cioè, a nulla: «Nessuna critica – puntualizza -. È puro realismo». Il realismo di Formigoni è il prodotto logico d’ una battaglia legislativa iniziata nel 1997 e segnata da una carica di «101 provvedimenti». Il nuovo pacchetto antismog da oltre 25 milioni di euro entrerà in vigore nel 2012. Prevede: «Limiti stringenti alle emissioni degli impianti industriali, contributi per l’ installazione delle pompe di calore negli edifici pubblici (19 milioni), incentivi per i filtri antiparticolato sui mezzi da cantiere (2 milioni), diffusione della geotermia (4,2 milioni), bollino blu per le caldaie e investimenti su rete ferroviaria e mezzi pubblici». Commenta l’ assessore all’ Ambiente, Marcello Raimondi: «La Lombardia è la regione italiana con il minor livello di emissioni per persona». Dura la replica del Pd: «Dalla giunta niente di nuovo». La Regione investe solo in misure «permanenti, pensate per ottenere risultati nel medio e lungo periodo». Formigoni è netto: «Non possiamo illudere i cittadini con provvedimenti d’ urgenza incompatibili con le attuali condizioni di vita». Si fa quel che si può, dunque. Tenaci e pazienti, «evitando allarmismi»: «Del resto, nessuna area metropolitana in Europa rispetta i valori di legge per il Pm10».