Ormai i richiami alle energie rinnovabili, al modello energetico diffuso, alla green economy sono frequenti nelle istituzioni e si ritrovano più o meno anche nei programmi dei partiti politici. Sappiamo che spesso lo iato tra le parole e i fatti è ancora molto ampio. La conferma arriva da Legambiente, che ha presentato i progetti bocciati dagli uffici regionali inerenti l’eolico in aree dove non erano presenti vincoli ambientali.
«Negli scorsi giorni sono stati bocciati i progetti di tre impianti eolici proposti nei comuni di Pontremoli, Badia Tedalda, Firenzuola, a cui si aggiunge lo stop della Soprintendenza a quello di San Godenzo- hanno introdotto Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana e Edoardo Zanchini, responsabile nazionale energia di Legambiente- E’ un pessimo segnale per chi ha a cuore una Toscana più sostenibile e moderna. Soprattutto, a preoccupare sono le motivazioni per lo stop ai progetti e la mancanza di qualsiasi confronto trasparente e pubblico con le aziende e con i comuni coinvolti. Il mancato recepimento delle Linee Guida nazionali sulle fonti rinnovabili rischia di produrre uno stop all’eolico in Toscana, lasciando una discrezionalità di decisione enorme nella procedura e di subire le pressioni dei soliti Don Chisciotte».
In particolare Baronti e Zanchini si sono soffermati su due dei quattro impianti bocciati «Stupisce come nelle bocciature degli impianti di Pontremoli e Badia Tedalda non ci sia stata alcuna interlocuzione con i proponenti, non siano state richieste integrazioni né sia stato proposto di attivare la procedura pubblica di partecipazione prevista dalla Legge Regionale nei casi di conflitto. Semplicemente è stato deciso di bocciare i progetti, con motivazioni che appaiono debolissime e che evidenziano un "no" pregiudiziale nei confronti degli impianti eolici. Chiediamo al Governatore Rossi e all’assessore Bramerini di fare chiarezza rispetto alla situazione che si sta producendo in Toscana nei confronti dell’eolico e, soprattutto, se condividono questo tipo di atteggiamento nei confronti dei progetti».
L’analisi dei progetti effettuata dall’associazione ambientalista, ha messo in evidenza come l’energia elettrica prodotta dagli impianti eolici bocciati sarebbe stata sufficiente a soddisfare i fabbisogni di 400mila cittadini toscani e di attivare investimenti nei territori per alcune centinaia di milioni di Euro. Legambiente ha inoltre evidenziato la preoccupazione rispetto alla possibilità che queste vicende vengano lette dalle imprese come un segnale di stop all’eolico in Toscana, rendendo di fatto irraggiungibile l’obiettivo di 300 MW, installati come prevede il piano energetico regionale, rispetto agli attuali 45 MW. Alla conferenza stampa erano presenti anche Gabriele Cevasco e Marco Renzi, rispettivamente presidente e vicepresidente della sezione Italia Nostra di Sestino.
«Il settore delle energie rinnovabili deve essere considerato alla stregua di una palestra specializzata nel potenziamento della sensibilità verso e per i territori, specie quelli rurali e marginali, da accompagnare necessariamente a un rafforzamento della capacità di lettura e interpretazione degli stessi- hanno sottolineato i due esponenti di Italia Nostra- Leggere, interpretare e capire un territorio significa rispettarne i segni distintivi, cioè la natura, l’ambiente, la storia, la tradizione, la cultura e l’economia, e quelli costituenti, rappresentati dall’insieme dei cittadini che, vivendoli ogni giorno, contribuiscono tra non poche difficoltà a mantenerne intatte le specificità e a scongiurare la minaccia distruttiva e devastante dello spopolamento».
Secondo Legambiente le vicende di questi 4 progetti evidenziano un pregiudizio negativo in Toscana nei confronti dell’eolico. Un pregiudizio che per l’associazione è inaccettabile «perché gli impianti eolici, come tutte le infrastrutture, devono essere progettati bene e nei luoghi giusti, ma rispetto ai quali non è ammissibile leggere pareri delle Soprintendenze che invece di entrare nel merito criticano la "ciclopica verticalità". Né è accettabile un atteggiamento da parte dei funzionari della Commissione Via che applicano solo e unicamente per l’eolico un principio di precauzione radicale e anche in aree non vincolate e in assenza di specifici riscontri. Di fronte a una situazione di questo tipo, diventa fondamentale approvare le Linee Guida regionali per gli impianti eolici, adattando al territorio toscano le indicazioni nazionali e recuperando il ritardo rispetto ai tempi previsti dalla normativa, in modo da dare certezze per le aree da tutelare, per gli studi da effettuare, ma anche per lo sviluppo degli impianti nelle aree compatibili» hanno concluso da Legambiente.
A stretto giro di posta ecco la replica dell’assessore regionale all’ambiente e all’energia Anna Rita Bramerini:
La Regione è tutt’altro che contraria allo sviluppo dell’energia eolica, come sostengono Legambiente e i Verdi. L’eolico dove si può si fa e i numeri lo dimostrano: in Toscana ci sono installati impianti per 44,8MW e ce ne sono di autorizzati per altri 104,4MW. Se tutti quelli autorizzati fossero realizzati potremmo contare già su una potenza installata di circa 150 MW. Ma ad oggi per quattro impianti con tanto di autorizzazione non sono ancora partiti i lavori. Mi chiedo allora, se è vero che c’è tanta voglia di investire in questo settore, come mai si indugia sulla realizzazione.
Detto questo voglio precisare che la VIA è un procedimento complesso, che rappresenta la sintesi di pareri esterni e interni alla Regione Toscana sui quali incidono anche i pareri delle Soprintendenze. Spesso è accaduto che la Regione abbia portato avanti progetti contro i quali si erano espresse anche le comunità locali ma ai quali poi la VIA ha dato parere positivo; spesso abbiamo avuto ricorsi contro le nostre autorizzazioni e poi il TAR ci ha dato ragione (vedi caso ultimo dell’impianto di Riparbella).
Stiamo lavorando al recepimento delle linee guida nazionali che ci daranno maggiori indicazioni e potranno aiutare sia gli uffici che gli enti e le imprese ad orientarsi meglio rispetto alle aree più idonee dove collocare gli impianti. Ciò non ha mai fatto venir meno la correttezza dell’operato degli uffici che ha esaminato e esamina tutti i progetti di VIA, da quelli sugli impianti eolici a quelli sulle infrastrutture, con il massimo rigore.
Registro inoltre con sorpresa la posizione di Italia Nostra che, a dispetto di un passato in cui ci ha sempre attaccato sull’eolico dichiarandosi nettamente contraria, stavolta fa una virata totale a favore di un progetto che non solo è stato bocciato dalla Regione Toscana, ma anche dall’Emilia, dalle Provincia di Arezzo e dalle Soprintendenze per motivi ambientali e paesaggistici, tra i quali l’aspetto naturalistico che riguarda i possibili impatti sull’avifauna, confermati peraltro dalla documentazione presentata dall’impresa stessa.
Infine, ci chiediamo in quale veste parlasse Cecilia Armellini, se come responsabile Commissione Energia Legambiente Toscana o, come risulta anche agli uffici regionali, quale rappresentante della Carpinaccio s.r.l. avendo firmato in veste di project manager di tale società alcune comunicazioni nell’ambito di procedimenti di VIA su progetti di impianti eolici in Toscana ed aver partecipato a riunioni tecniche e sopralluoghi sempre per conto di tale società.