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Integrazioni tra geotermia e altre fonti rinnovabili nelle ristrutturazioni in chiave energetica

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A Basiglio la mensa scolastica sarà resa autosufficiente per il fabbisogno energetico grazie alla realizzazione di un impianto fotovoltaico e di uno geotermico; a Ravenna la Cna ha attuato una riqualificazione della sede basata sulle pompe di calore geotermiche.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Sono ormai numerose le ristrutturazioni di edifici esistenti che puntano alla riqualificazione se non addirittura all’autosufficienza energetica e in tutti i casi si opera con un’integrazione tra le varie fonti energetiche rinnovabili; ma è ormai una costante il ricorso alle pompe di calore con sonde geotermiche per il fabbisogno termico.

Gli ultimi casi, presentati in questi giorni dalla stampa, riguardano la ristrutturazione della mensa scolastica di Basiglio, un comune dell’hinterland milanese e la sede storica della Cna di Ravenna, conosciuta come il palazzo blu.

A Basiglio l’intervento per la realizzazione di un impianto fotovoltaico e di uno geotermico, grazie ai quali la mensa scolastica sarà completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, partiranno a fine mese, a Ravenna la riqualificazione energetica del palazzo blu è già ultimata.

Il progetto per la mensa scolastica del comune di Basiglio prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico per la produzione dell’energia elettrica per il funzionamento della cucina e degli altri servizi, mentre a rinfrescare e riscaldare l’ambiente durante le varie stagioni e a fornire acqua calda provvederà l’impianto geotermico. L’intervento, che costerà complessivamente 1.239.682 euro (oneri per la sicurezza compresi) sarà interamente a carico della società che gestisce il servizio di refezione scolastica e prevede, inoltre, la sostituzione dei vecchi serramenti con altri di nuova generazione, più efficienti dal punto di vista energetico.

«Il fatto che l’intervento interessi una struttura costruita trent’anni fa – ha spiegato il Sindaco, Marco Flavio Cirillo – dimostra che anche edifici realizzati con metodi che oggi sono superati possono essere recuperati e resi efficienti dal punto di vista energetico, con tutti i vantaggi che ne conseguono in termini di riduzione dell’inquinamento e di utilizzo responsabile delle risorse naturali».

La dimostrazione che gli interventi d’integrazione tra diverse fonti energetiche, compreso il calore geotermico, sono ormai fattibili anche in edifici preesistenti viene anche dalla ristrutturazione operata a Ravenna dalla Cna nella sua sede provinciale.

Un intervento che- come ha sottolineato il direttore della Cna, Natalino Gigante – ha portato oltre al risparmio energetico ed economico anche benefici alle imprese associate, che hanno ottenuto dalla realizzazione di questi impianti una crescita sia a livello formativo che tecnologico.

L’auspicio espresso da Gigante è «che l’esempio concreto della Cna venga seguito anche per la trasformazione degli impianti di edifici sia pubblici che privati».

Gli impianti che sono stati realizzati per la ristrutturazione energetica dell’edificio «sfruttando le migliori tecnologie presenti sul mercato – ha spiegato Paolo Contessi dell’azienda che ha eseguito l’opera – e avvalendosi di uno studio mirato e personalizzato dei consumi e delle esigenze dell’attività» sono stati installati in parallelo agli impianti esistenti.

In pratica si tratta di un impianto di produzione combinata di energia le cui componenti fondamentali consistono in un cogeneratore con produzione elettrica (46 kWe) e produzione termica (70 kWt); una pompa di calore ad assorbimento con sonde geotermiche in grado di fornire fino a 400 kW termici e 163 kW in refrigerazione; un sistema per il controllo e la gestione dei fluidi di acqua calda, dell’acqua refrigerata e dell’acqua dell’impianto di captazione geotermica; un sistema di captazione geotermica.

La centrale tecnologica è in grado di produrre acqua calda ad alta temperatura per il funzionamento del circuito primario della pompa di calore, mediante la quale verrà prodotta acqua calda a bassa temperatura (+38°/+48°C) per il riscaldamento della struttura, e acqua refrigerata (+7°C) per il condizionamento estivo.
Per la pompa di calore ad assorbimento che sfrutta la geotermia è stato necessario realizzare, nei pressi della centrale tecnologica, un impianto di captazione geotermica composto da pozzi a falda in cui verrà sfruttato il contenuto termico dell’acqua come fonte di energia rinnovabile.

L’acqua di falda –è stato spiegato- è prelevata dai pozzi di presa per mezzo di elettropompe sommerse e inviate nello scambiatore di calore a piastre, ubicato all’interno del sistema automatico di termoregolazione e controllo. In seguito al passaggio nello scambiatore l’acqua viene re-immessa nella falda per mezzo di pozzi di re-immissione, senza subire alcun trattamento specifico se non quello di filtrazione e di restituzione a una temperatura superiore o inferiore a quella di prelievo, in funzione della stagione.

Contestualmente alla produzione di energia termica e frigorifera, il sistema  genera anche elettricità che è ceduta alla rete con modalità di ritiro dedicato e contribuisce significativamente all’abbattimento dei costi di gestione.

Al sistema è, inoltre, collegato un impianto composto di 18 pannelli solari termici che, grazie all’energia assorbita dal sole, contribuiscono a soddisfare parte del fabbisogno di energia termica dell’edificio, annullando completamente il consumo di energia spesa per il riscaldamento dell’acqua sanitaria del complesso.