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Risorse geotermiche a bassa entalpia: l’esperienza della Regione Lombardia

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La Regione Lombardia per promuovere l’uso delle risorse geotermiche a bassa entalpia ha messo in atto già da qualche tempo politiche specifiche individuando gli idonei strumenti per renderle operative.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Stefania Ghidorzi, tra i relatori al convegno “Geotermia: media e bassa entalpia”, organizzato da CoSviG nell’ambito di Energethica, ha illustrato l’esperienza fatta dalla Regione Lombardia nel promuovere l’uso delle risorse geotermiche a bassa entalpia e i risultati ottenuti.

Tra gli strumenti individuati, senza dubbio molto efficace è stata la leva normativa.

La Regione ha, infatti, previsto l’obbligo, per i nuovi edifici e le ristrutturazioni dell’esistente, di utilizzare le fonti rinnovabili (comprese le pompe di calore geotermiche) per soddisfare almeno il 50% del fabbisogno di acqua calda, introducendo semplificazioni nell’iter amministrativo e meccanismi d’incentivazione (55%, bando regionale di finanziamento per enti pubblici).

Inoltre ha anche promosso strumenti conoscitivi di analisi territoriale che hanno portato alla redazione della carta geoenergetica regionale e percorsi d’informazione e formazione per la qualificazione dei professionisti, delle imprese e per la sensibilizzazione dei cittadini.

«La carta geoenergetica regionale – ha spiegato Stefania Ghidorzi del CESTEC (Centro per lo Sviluppo Tecnologico, l’Energia e la Competitività), la società della Regione Lombardia che gestisce il Registro Regionale delle Sonde Geotermiche (RSG)- ha l’obiettivo primario di identificare e valutare le potenzialità del territorio regionale in termini di sfruttamento delle risorse geotermiche a bassa temperatura in funzione delle caratteristiche idrogeologiche del sottosuolo».

La carta geoenergetica ha anche altri obiettivi, tra cui -ha proseguito Ghidorzi- quello di individuare e fornire un ulteriore strumento conoscitivo alle comunità locali e di integrare i diversi strumenti di pianificazione territoriale».

Attraverso il RGS è inoltre possibile la raccolta di informazioni omogenee per tutto il territorio regionale ed avere un monitoraggio in tempo reale della diffusione degli impianti con la disponibilità immediata di dati e informazioni strategiche.

Il Registro rientra tra gli strumenti previsti per semplificare le procedure amministrative ed è uno strumento di facile utilizzo a disposizione di tutto il territorio regionale per il controllo e il monitoraggio degli impianti.

Per la disciplina degli aspetti tecnici e amministrativi connessi all’installazione e autorizzazione delle sonde geotermiche è inoltre stata introdotta una procedura amministrativa semplificata che, sulla base di una determinata soglia di profondità, disciplina due differenti procedimenti amministrativi.

È prevista un’attività libera per l’installazione di sonde geotermiche che raggiungono una profondità non superiore a 150 metri dal piano di campagna e di sonde geotermiche orizzontali. Per queste è necessaria la sola registrazione preventiva dell’impianto nella banca dati informatizzata, cioè nell’RSG.

Per l’installazione di sonde geotermiche che superano la profondità di 150 metri dal piano di campagna, è invece richiesta l’autorizzazione da parte della Provincia competente per il territorio. Anche in questo caso la registrazione dell’impianto all’RSG è obbligatoria.

Il regolamento distingue poi le procedure per piccoli e grandi impianti.

I primi sono impianti geotermici che hanno una potenza termica e/o frigorifera utile uguale o inferiore a 50 kWt; i grandi impianti sono quelli che hanno una potenza termica e/o frigorifera utile superiore a 50 kWt.

Stefania Ghidorzi dopo aver illustrato gli strumenti adottati dalla Regione Lombardia ha poi presentato i primi dati di monitoraggio dei risultati ottenuti nei diciotto mesi di attività del Registro.

I dati indicano che tra le tipologie d’intervento sono molto più diffuse le installazioni relative a nuove realizzazioni edilizie rispetto alle ristrutturazioni con percentuali rispettivamente pari a 66% e 34%.

Riguardo alla tipologia d’impianto vi è una predominanza dei piccoli impianti a servizio di singole utenze mentre per le dimensioni risultano molto più diffuse le installazioni relative ad un massimo di 5 sonde geotermiche con profondità media delle perforazioni compresa tra gli 80 e i 100 metri.

In generale la classificazione per taglia dimensionale degli impianti trova corrispondenza anche rispetto alla tipologia di utenze servite: passando dagli impianti di piccola potenza alle realizzazioni di maggior dimensione (potenza termica utile >50kWt) crescono, infatti, le installazioni in edifici a destinazione terziaria ed industriale.

Oltre la metà degli impianti censiti coprono l’intero fabbisogno energetico dell’edificio: riscaldamento ambiente, produzione d’acqua calda sanitaria e climatizzazione estiva.