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Il nuovo PAER della Regione Toscana conta sulla Geotermia.

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Presentate le linee guida del nuovo Piano Ambientale ed Energetico Regionale in Consiglio Regionale. Fondamentale per i risultati ottenuti sinora l’apporto della geotermia tra le rinnovabili. E a Gressoney la geotermia riscalda in alta quota.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Sono state presentate alla fine di Agosto le linee guida del nuovo Piano Ambientale ed Energetico della Regione Toscana per il periodo 2012-2015.

Il Piano” ha dichiarato l’assessore regionale all’ambiente e all’energia, Anna Rita Bramerini “ conterrà obiettivi e strategie per razionalizzare e ridurre i consumi energetici ed aumentare la percentuale di energia proveniente da fonte rinnovabile”.

In particolare il PAER si propone di raggiungere l’ambizioso traguardo di ridurre del 20% il consumo di energia elettrica, anche attraverso la promozione del sistema della certificazione energetica degli edifici.

Per quanto riguarda invece la produzione da energia rinnovabile del 2010, i dati indicano che, al momento, il 43% circa dell’elettricità toscana è prodotta con energia rinnovabile, e che più dell’80% di questa è da fonte geotermica.

Si tratta di percentuali estremamente alte, che rendono la Toscana una delle regioni più “verdi” d’Italia, se non la più “verde” in assoluto. Il quadro geotermico toscano appare in continua evoluzione, e sembra di comprendere come la Regione Toscana ritenga la risorsa endogena come strategica, anche se permane la necessità di non abbassare la guardia sul controllo degli impatti sanitari e paesaggistici degli impianti geotermici.

La geotermia è una risorsa rinnovabile, strategica per la regione Toscana la cui coltivazione può avvenire in un quadro di sostenibilità ambientale.” dice Sergio Chiacchella, direttore generale del CoSviG, Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche “Questo fatto, indipendentemente dalle scelte autonome e legittime dei singoli Enti Locali, consente alla Regione di porsi nei confronti della risorsa con un quesito che è: “come sviluppare la geotermia” in modo che sia coerente con l’assunto precedente e non “se” ipotizzare uno sviluppo della stessa.

Un’opportunità ghiotta, quella geotermica che anche Regioni meno “fortunate” dal punto di vista della risorsa, sono ben decise a valorizzare.

Se infatti in Friuli Venezia Giulia la Regione ha deciso di investire 420mila euro in due bandi destinati a Comuni, Comunità Montane e Province aventi come oggetto l’assegnazione di contributi per la realizzazione di strutture ed infrastrutture per lo sfruttamento della risorsa geotermica, in Val d’Aosta, e più precisamente a Gressoney-La Trinité, è stato ormai ultimato un impianto geotermico che consentirà di riscaldare e di produrre acqua calda ad uso civile per 5 alloggi di 50 metri quadrati l’uno ad una quota di ben 1.600 metri.

Ogni alloggio, grazie alla geotermia, spenderà circa 5 euro al giorno per avere riscaldamento e acqua calda. Il tutto è stato reso possibile grazie ad un sistema di 8 perforazioni alla prfondità di 100 metri l’una per una potenza di 40 kW della pompa di calore.

In questo impianto sono state inoltre installate “sonde doppie” (quattro tubi per ogni perforazione, anziché i due in genere utilizzati) per aumentare la resa di circa un 25%; le sonde, una volta in superficie, tornano poi ad essere a due tubi ma con un diametro più grande.

Il sistema ha consentito di adottare al contempo sistemi tradizionali e tecnologie avanzatissime al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale in un contesto che ha nel turismo (estivo ed invernale) il proprio valore aggiunto. Dimostrando, sempre se ce ne fosse bisogno, che anche in montagna, la geotermia può e deve essere sostenibile.