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Ecco cos’ha deciso l’assemblea pubblica “Per difendere la geotermia e l’occupazione”

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L’area geotermica tradizionale toscana chiede di essere ascoltata sulla proposta di moratoria avanzata in Regione. Il sindaco Ferrini: «Se questo incontro non ci verrà concesso andremo a Firenze»

Fonte: greenreport.it

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Come valuta la reazione della cittadinanza all’assemblea pubblica indetta ieri Per difendere la geotermia e l’occupazione?

«È stata una buona assemblea, molto partecipata: sia nei numeri sia perché erano rappresentate tutte le associazioni di categoria, i sindacati, le imprese della zona che erano presenti praticamente tutte. Dunque una buona partecipazione, per questi tempi direi eccezionale. È stato il modo per confrontarsi sulla situazione che potrebbe delinearsi qualora venisse confermata in Consiglio regionale dal gruppo consigliare del Pd, e successivamente approvata, la proposta di legge sulla nuova moratoria per la geotermia toscana (qui, qui e qui per info, ndr)».

Quali sono le conclusioni emerse al termine dell’evento?

«La nostra zona è già molto edotta sul fatto che se vengono meno tutta una serie di manutenzioni, investimenti e ricerche in campo geotermico noi avremo sicuramente una riduzione notevole di occupazione. Dunque più che sensibilizzare sul problema ho dunque cercato di concentrarci sul da farsi: sono emerse conclusioni di lungo periodo e di breve-medio periodo».

Per quanto riguarda il lungo periodo?

«La zona non è mai riuscita – e dunque dovremmo tutti fare un po’ di autocritica, le istituzioni come le imprese, i sindacati e vari altri soggetti, l’Enel stessa – a rispondere con attenzione, puntualità e un uso intelligente dei media agli attacchi verso la geotermia che a nostro avviso sono molto capziosi, pseudo-scientifici. Pongo sempre l’accento su un fatto: un’istituzione che è la Regione Toscana ha speso 4-5 milioni di euro (dunque soldi nostri) per fare studi epidemiologici sul territorio, per coinvolgere università, l’Arpat, e tutti questi studi non hanno prodotto un solo dato scientifico certo che dica che ci sono problemi causati dalla geotermia. Tutto quello che viene costruito attorno è fazioso. Viviamo però in un momento particolare per la comunicazione, dove chi urla riesce a farsi sentire di più. E questa zona non solo non ha mai urlato, ma non ha neanche mai ribattuto forte dei dati scientifici che possiede. Diffondere notizie chiare, certe e scientificamente accertate è dunque un’azione culturale necessaria, che va fatta nel tempo».

E nel breve periodo?

«Bisogna dire due cose. Prima c’è una questione politica: i sindaci hanno scritto al gruppo consigliare del Pd – io ho scritto a nome di tutti i sindaci dell’area geotermica tradizionale, cui si è aggiunto anche il sindaco di Piancastagnaio Luigi Vagaggini – per dire che: se il gruppo produce una proposta per noi così dirompente è anche giusto, visto che si sta parlando di sindaci e dunque di istituzioni, che veniamo ascoltati; ognuno prenderà poi le proprie decisioni, ma è giusto ascoltare il punto di vista della zona, che è rappresentato ovviamente dalle comunità e dunque dai sindaci. So che verso il 12-13 settembre ci sarà una riunione del gruppo Pd o forse di maggioranza, e prima di quella data dobbiamo essere ricevuti. Se questo incontro non ci verrà concesso – e un incontro mi pare il minimo sindacale – andremo a Firenze. Abbiamo fatto una domanda, aspettiamo una risposta».

Nei giorni scorsi si è pubblicamente domandato anche se l’eventuale moratoria sulla geotermia sia legittima o meno.

«Il secondo punto che vorrei sollevare è appunto che secondo me ci sono dei dubbi profili di legittimità per quanto riguarda l’eventuale moratoria, e dunque può darsi anche che ci si muova da un punto di vista legale; innanzitutto per rappresentare il nostro punto di vista. Lei capisce che se c’è una procedura praticamente alla fine come quella per PC6 (la centrale geotermoelettrica di Piancastagnaio 6, che ha iniziato in Regione il percorso per la Valutazione d’impatto ambientale nella primavera 2017, ndr), che ha ricevuto tutti in tutti gli iter, come si fa poi a dire che la teniamo in un cassetto per qualche anno? È come se un cittadino avesse diritto a costruire un’abitazione nel mio territorio comunale, avesse tutti i permessi per farlo, e io tenessi la pratica in un cassetto: commetterei un abuso notevole. Credo che anche nel caso della moratoria così per come è stata proposta il dirigente pubblico commetterebbe un’omissione d’atti d’ufficio, e dunque ci sarebbe un abuso di potere da parte della politica rispetto a una procedura tecnica. Questo lo faremo valere con forza».

Ci saranno ulteriori sviluppi dal punto di vista pubblico dopo l’assemblea di ieri?

«Vediamo quali saranno le risposte alle nostre domande. L’idea che i cittadini vengano sensibilizzati e che la zona si mobiliti in difesa dell’occupazione mi sembra che emerga fortemente sia dall’assemblea di ieri sera sia dall’iniziativa di qualche giorno fa dove le imprese del territorio hanno scritto una lettera indirizzata alla Regione e ai gruppi consiliari, supportata sia dai sindacati sia dalle istituzioni.

Nel frattempo con i sindaci del territorio ci ritroveremo ancora stasera per fare il punto, ed è possibile che queste assemblee vengano ripetute in altri Comuni; vediamo però quali saranno le risposte alle domande che abbiamo posto».

Lei ha recentemente divulgato un appello, spiegando che «la popolazione deve essere sensibilizzata» sui reali impatti della geotermia, e sulle possibilità di sviluppo sostenibile che offre al territorio, affermando che «le forze sociali, i lavoratori, le imprese, devono individuare, insieme alle istituzioni, una strategia di comunicazione, di costante presenza e di mobilitazione». Quali pensa siano le priorità?

«La priorità è quella di informare sulle opportunità di sviluppo sostenibile offerte dalla geotermia al territorio e sui suoi reali impatti: nel nostro Paese ci sono autorità scientifiche preposte a fornire questi dati scientifici, se arriviamo a metterli in dubbio cadiamo in un nuovo oscurantismo. Un’istituzione non può commissionare studi al massimo livello scientifico, pagarli con soldi pubblici e poi non tenerne conto.

Nel nostro territorio conoscenza della materia c’è già perché ci conviviamo, non è necessario spiegare ai cittadini cosa sia la geotermia. Neanche c’è da spiegare cosa succederebbe se l’industria geotermica non avesse tutte le garanzie per poter continuare a crescere. Nessuno chiuderà le centrali di Larderello o Castelnuovo perché producono tanto e bene, ma il problema è che se non diamo uno sbocco futuribile agli investimenti probabilmente questi investimenti se ne andranno all’estero».