Il ministero dell’Ambiente ha aperto stamattina un tavolo di confronto che ha chiamato a raccolta nella sede del dicastero tutti gli assessori regionali all’Ambiente, per avviare – alla presenza del ministro Costa e dei sottosegretari Gava e Micillo – un esame dei «dossier ambientali prioritari e rinnovare il percorso partecipativo nell’interesse del Paese. Sono certo – ha dichiarato Costa – che lavorando insieme troveremo soluzioni concrete. Questo tavolo è fondamentale per lavorare insieme, condividere i problemi, trovare le soluzioni, ma anche conoscere le migliori pratiche già attive e in corso».
Alla convocazione del ministero ha naturalmente risposto anche la Regione Toscana, che tramite l’assessore Federica Fratoni si è concentrata sulle tre priorità della Toscana sulle quali ha richiamato la particolare attenzione del Governo: i rifiuti con il pacchetto legato all’economia circolare e alla "end of waste", i fanghi da depurazione e il programma di interventi di difesa del suolo che prevedono il finanziamento da 1 miliardo di fondi Cipe.
Per quanto riguarda in particolare il capitolo rifiuti, la Toscana ha evidenziato che «dal Ministero si deve acquisire l’autonomia delle Regioni per definire la cessazione della tipologia di rifiuto dal materiale recuperato dai vari cicli produttivi per essere avviato a recupero e riuso nell’ottica comunitaria di favorire il recupero di materia». Un intervento richiesto con la «massima urgenza» in seguito «alla situazione di estrema criticità venutasi a creare a seguito della Sentenza del febbraio 2018 pronunciata dal Consiglio di Stato», che a livello gestionale – come denunciavamo anche sulle nostre pagine – ha comportato per le Regioni «il blocco di tutte le autorizzazioni, atti o provvedimenti con i quali veniva stabilita la cessazione "caso per caso" della qualifica di rifiuto per determinati materiali».
Relativamente ai fanghi di depurazione, Fratoni ha invece sollecitato la «revisione del Decreto legislativo 99/92 relativo alla spandimento dei fanghi in agricoltura a fronte anche della recente sentenza del Tar della Lombardia che, bloccando di fatto tale attività della Regione Lombardia, ha ulteriormente limitato la possibilità di sbocco per i fanghi di depurazione del sistema idrico toscano». Una situazione che ricordiamo essere ampiamente critica da molto tempo, in quanto almeno dalla primavera 2017 il 100% dei fanghi di depurazione – uno scarto dell’economia circolare che in Toscana pesa circa 110mila tonnellate l’anno – è gestito fuori dai confini regionali, prevalentemente proprio in Lombardia.
Infine, il punto sulla difesa del suolo: la Toscana ha sollecitato «lo sblocco dei fondi stanziati con la legge di stabilità, oltre 1 miliardi di euro, per le opere di messa in sicurezza, oltre a quelli legati all’antisismica negli edifici scolastici». A gennaio 2018 la partita sembrava ben avviata dalla struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, ItaliaSicura, ma il suo improvviso scioglimento da parte dell’attuale governo gialloverde (con il relativo passaggio di funzioni al ministero dell’Ambiente) ha bloccato tutto; si sollecita dunque «una tempestiva ripresa del percorso avviato che porti all’avvio dei programmi di intervento».
«È stato un incontro positivo – ha concluso Fratoni – perché il metodo che ci siamo dati è quello di fissare una cadenza sistematica per affrontare temi e questioni, ma terrò alta l’attenzione. Non nascondo la preoccupazione per lo smantellamento dell’unità di missione Italia Sicura; ho voluto pertanto ribadire il ruolo forte del commissario di governo, il presidente Enrico Rossi, come elemento da garantire per dare un’oggettiva accelerazione alle opere di messa in sicurezza. Si apre un percorso che intendo orientato alla massima collaborazione e rispetto nel quale però terrò alta l’attenzione sul mantenimento degli impegni per dare le risposte che i cittadini toscani meritano di avere».