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Geotermia, Salute, Amiata: I risultati preliminari dell’indagine InVetta spiegati da ARS

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I dati finora disponibili commentati dal coordinatore dell’Osservatorio di epidemiologia e responsabile di progetto, Fabio Voller

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Dopo aver presentato pubblicamente una prima volta ad Arcidosso i risultati preliminari finora raccolti all’interno del progetto InVetta (acronimo di Indagine di biomonitoraggio e Valutazioni Epidemiologiche a Tutela della salute nei Territori dell’Amiata), l’Agenzia Regionale di Sanità Toscana (ARS) è tornata a illustrarne i dati all’interno dell’Area della ricerca del CNR di Pisa nel corso del convegno pubblico Geo200, attraverso l’intervento di Daniela Nuvolone.

Un commento ai dati è stato infine reso disponibile sia sul sito dell’Agenzia, sia attraverso l’intervista concessa a greenreport.it dal coordinatore dell’Osservatorio di epidemiologia di ARS e responsabile del progetto InVetta, Fabio Voller.

InVetta «è il progetto – sintetizza al proposito Voller – che l’ Agenzia Regionale di Sanità Toscana ha avviato per studiare la salute degli amiatini e i principali fattori di rischio presenti nell’area. Si tratta di un’indagine su un campione di 2000 persone, di età 18-70 anni, residenti nei Comuni dell’Amiata maggiormente interessati dalle emissioni degli impianti geotermici».

Finora la risposta della popolazione in termini di partecipazione al progetto viene definita da Voller come «molto soddisfacente».

Ad oggi infatti «sono 1065 le persone che hanno aderito allo studio InVetta, di cui 992 (93.1%) hanno completato tutte le analisi previste», ed è da sottolineare che «ben 629 persone (59%) si sono candidate volontariamente», dato che «impone necessariamente una riflessione metodologica in fase analitica: i volontari, infatti, possono essere una fonte di introduzione di distorsioni delle stime».

Riguardo agli elementi di preoccupazione finora emersi dai dati preliminari disponibili, Voller osserva che «si sono evidenziati degli elementi di attenzione sulla presenza di alcuni metalli nella popolazione oggetto d’indagine. In particolare per tallio e mercurio nel sangue. Si precisa – sottolinea comunque Voller – che quella presentata è una panoramica del tutto parziale dei risultati dello studio InVetta. La raccolta dei campioni è tuttora in corso e probabilmente continuerà per tutto il 2018; da giugno inizierà anche la fase di raccolta dei campioni di controllo, ovvero dei residenti in altri comuni della zona non interessati dalle attività geotermiche. I dati presentati sono parziali anche perché, a parte l’abitudine al fumo, nell’analisi non si è potuto tener conto della notevole quantità di informazioni raccolte mediante il questionario. Ad oggi – conclude Voller – non sono stati ancora analizzati i dati sulle spirometrie».

Per quanto riguarda infine una prima valutazione descrittiva sulla presenza di metalli nei campioni di sangue raccolti e sui principali parametri emato-chimici, si riporta di seguito integralmente quanto dichiarato da ARS:

«Riguardo i parametri emato-chimici, una prima valutazione relativamente ai superamenti dei valori di riferimento è riportata nella tabella sottostante. Al netto del fatto che si tratta di considerazioni del tutto preliminari, il valore che più colpisce è il dato sulla ipercolesterolemia: il 47% del campione analizzato ha livelli di colesterolo sopra i 200 mg/dl.

Per quanto riguarda i metalli, nella tabella che segue si riportano le principali descrittive, per ciascuno dei 10 metalli analizzati, relative ai campioni effettuati fino al 31/12/2017. Solo per il mercurio nel sangue, a causa di problemi tecnici degli strumenti di misura, si riporta una numerosità più bassa. In tabella sono presenti anche i valori di riferimento della popolazione italiana professionalmente non esposta, prodotti e pubblicati nel 2017 dalla Società italiana valori di riferimento (SIVR). Sono stati, inoltre, definiti dei livelli di attenzione il cui superamento prevede la ripetizione del campione. Tali limiti sono stati determinati considerando o i livelli biologici di esposizione (BEI), così come definiti dalla letteratura, o una soglia pari a 5 volte il 95° percentile, nel caso di metalli per i quali non si hanno valori di BEI. Anche nel caso di valori di creatinina >3 g/L (urine troppo concentrate) o <0.3 g/L (urine troppo diluite), la persona viene invitata a ripetere l’analisi.

 

Il tallio e il mercurio nel sangue sono i metalli per i quali è stato osservato il maggior numero di superamenti del 95° percentile della popolazione di riferimento SIVR. È opportuno ricordare che il superamento del 95° percentile non è direttamente associabile ad effetti avversi sulla salute, a meno di studi specifici sulle relazioni dose-effetto alle concentrazioni osservate. Per l’antimonio e il cromo è riportato solo il 95° percentile poiché presentano una percentuale di valori al di sotto del limite di quantificazione maggiore del 50% (90% per l’antimonio e 74% per il cromo).

 

Se si osserva la distribuzione degli sforamenti del 95° percentile SIVR per comune di residenza (vedi grafico sottostante), si nota come gli sforamenti per il tallio siano maggiori nel comune di Santa Fiora, mentre quelli per mercurio nel sangue nel comune di Arcidosso. Per l’arsenico è ancora Santa Fiora il comune con più sforamenti, mentre molto bassi sono quelli di Castell’Azzara. In generale i comuni del versante grossetano presentano un numero di sforamenti maggiori di quelli registrati nei comuni del versante senese.

 

Se si analizzano questi primi dati considerando il sesso, l’età, l’abitudine al fumo e il fatto di essere un volontario o parte del campione, si osservano alcuni trend interessanti. Per l’arsenico, ad esempio, si osserva una associazione con l’età (valori più alti nella classe 18-40 anni) e con il fumo.

 

L’associazione con il fumo, come atteso, è confermata anche per il cadmio, per il quale si osservano valori più alti nelle donne e negli over 40.

 

Per il tallio, invece, diversamente da quanto atteso secondo le indicazioni di letteratura, non abbiamo riscontrato un’associazione con il fumo.

 

Questo fatto, oltre ai valori piuttosto alti osservati nel campione analizzato, impone degli approfondimenti specifici per questo metallo: già da ora, ai partecipanti con un valore 5 volte superiore al 95° SIVR che vengono quindi richiamati per ripetere l’analisi, viene analizzato anche un campione di acqua al rubinetto di casa, in modo da escludere una contaminazione dell’acqua potabile».