Home Cosvig Trentino: Geotermia, questa sconosciuta

Trentino: Geotermia, questa sconosciuta

407
0
CONDIVIDI
Con la mozione 49 approvata dal Consiglio provinciale nel febbraio 2010 il consigliere provinciale dei Verdi Roberto Bombarda si proponeva di impegnare la Giunta provinciale a promuovere e sostenere la diffusione della geotermia in Trentino, anche attraverso il sostegno di progetti originali e innovativi nell’ottica dei territori a emissioni zero.

Fonte: Ambiente Trentino

Autore: Ambiente Trentino

A 18 mesi di distanza il consigliere dei Verdi torna sull’argomento, scegliendo la via sperabilmente più incisiva del livello legislativo.

In Trentino stenta a diffondersi il ricorso alla geotermia, considerata nelle varie soluzioni oggi praticabili e cioè la geotermia a bassa entalpìa, in grado di rendere autosufficienti e a impatto zero di CO2 interi edifici o complessi residenziali; la geotermia tradizionale funzionante con le sonde geotermiche verticali, con i campi di sonde, con le geostrutture energetiche; la geotermia che sfrutta le falde freatiche o le acque termali oppure le strutture geologiche profonde; infine, soluzioni originali che sfruttano le acque drenate dalle gallerie e l’aria dei tunnel.

La mozione approvata dal Consiglio nel 2010 prospettava alcune soluzioni ardite come la creazione di stazioni termali a emissioni zero grazie allo sfruttamento della geotermia (un progetto importante, di questo tipo, sta prendendo corpo grazie all’Azienda Speciale Terme di Comano), o la realizzazione di moduli geotermici di quartiere o di piccolo borgo, capaci di rendere autosufficienti – in accoppiata con il fotovoltaico e le biomasse – nuclei di 20-40 unità abitative, localizzati anche in luoghi marginali non raggiungibili da infrastrutture energetiche, ma troppo poco, a giudizio di Roberto Bombarda, è stato fatto in seguito a quella mozione.

Eppure la geotermia è la maggiore risorsa energetica a scala planetaria. Il calore terrestre è sempre disponibile ovunque e non dipende nè dal clima nè dalle stagioni. Non è necessario stoccare l’energia geotermica e gli impianti che utilizzano questa fonte rinnovabile non provocano alcuna combustione e non emettono alcun gas nocivo o climalterante.

Da un punto di vista tecnologico la geotermia, nelle diverse soluzioni, ha fatto notevoli passi in avanti nel corso degli ultimi anni e oggi offre soluzioni sicure, facilmente applicabili ovunque. Sono soltanto ancora un po’ più costose rispetto ad altre scelte di tipo energetico, ma solo nel breve periodo, poiché nel medio-lungo periodo la geotermia è molto più conveniente rispetto a tutte le altre soluzioni.

In un territorio montuoso come la vicina Svizzera la geotermia è quotidianamente impiegata con decine di migliaia di edifici alimentati grazie a sonde geotermiche verticali. Da noi, invece, la geotermia è praticamente sconosciuta. Sempre in Svizzera, da anni si utilizzano anche l’acqua e l’aria dei tunnel che attraversano massici rocciosi drenanti le acque sotterranee che incontrano, acque che sono evacuate per mezzo di canali e normalmente riversate nei corsi d’acqua. Ma l’acqua e l’aria che escono a temperatura costante durante l’intero anno, offrono quel differenziale termico rispetto all’ambiente esterno che può essere sfruttato con le pompe di calore per alimentare edifici o impianti posti alle estremità delle gallerie. La Svizzera presenta oltre 700 tunnel ferroviari e stradali e da quasi vent’anni sono stati censiti anche per l’utilizzo geotermico. Su 600 opere censite, 130 sono state prese in considerazione e 15 sono risultate interessanti, con un potenziale totale sfruttabile di 30.000 kW. Oggi operano sei impianti di riscaldamento che sfruttano l’acqua o l’aria dei tunnel.

Anche il Trentino è ricco di tunnel e gallerie, alcune realizzate nel corso degli ultimi anni come le gallerie di Martignano, di Mori, di Moena o di Mezzolombardo. E molte altre ne verranno realizzate nei prossimi anni: circonvallazioni di centri abitati (pensiamo a Cles, Pinzolo,  Pieve di Bono, Comano Terme, Cavalese), grandi collegamenti (Loppio-Busa), gallerie ferroviarie: quelle a sezione più ridotta di Metroland e quelle gigantesche previste per la circonvallazione di Trento e Rovereto lungo la TAV Verona-Monaco (sempre che vengano realizzate, il che non è detto, al momento…).  In molti di questi casi le opere sono poste nei pressi di centri abitati o di impianti per la generazione di energia. Pensiamo ad esempio alla notevole quantità di energia elettrica necessaria per l’illuminazione e l’aerazione dei tunnel stradali. Ma allora, perché non sperimentare anche in Trentino la geotermia dei tunnel?

Ribadendo che la più importante risorsa energetica è costituita dal risparmio e dall’efficienza, con questo disegno di legge il consigliere Roberto Bombarda interviene puntualmente sulla legge provinciale 29 maggio 1980, n. 14 “Provvedimenti per il risparmio energetico e l’utilizzazione delle fonti alternative di energia” proponendo alcune modifiche e integrazioni: da un lato, operando nell’ambito del “piano di intervento” (articolo 3), così da incentivare gli impianti geotermici a bassa entalpìa accoppiati ad impianti fotovoltaici, in modo da favorire la costruzione di nuovi edifici pubblici e privati completamente autosufficienti dal punto di vista energetico in tutte le stagioni. Dall’altro, integrando l’articolo 3, in modo da favorire lo sviluppo di soluzioni innovative, come ad esempio lo sfruttamento della geotermia dei tunnel.