Ci sono ancora pochi giorni per presentare le osservazioni al 2° Piano di Azione Nazionale per l’Efficienza Energetica, PAEE 2011, messo a punto dal Ministero dello Sviluppo Economico (MSE). I termini di scadenza per la consultazione pubblica scadono, infatti, il 15 luglio e le osservazioni possono essere inviate scrivendo qui:
Il Piano è previsto dalla Direttiva europea 2006/32/CE e dovrà essere approvato dal Ministero dello Sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e d’intesa con la Conferenza Stato Regioni Province autonome, e poi trasmesso alla Commissione europea.
Il PAEE 2011, spiega in sintesi una nota del MSE, rappresenta un proseguimento di quanto già previsto nel precedente Piano 2007 per raccordare le azioni a quanto indicato dalla direttiva europea sull’efficienza energetica, che rimarca il ruolo che questo strumento ricopre nell’obiettivo di ridurre i consumi nell’ambito dei Paesi membri, così da raggiungere il traguardo del 20% al 2020 ed avviare un uso efficiente delle risorse.
Il PAEE 2011 fornisce quindi “ulteriori indicazioni a favore dell’efficienza energetica, come presupposto indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi in materia di energie rinnovabili e riduzione della CO2, inducendo quindi a valutare l’attuazione della Direttiva 2006/32/CE in un contesto strategico anche al di fuori del proprio ambito settoriale.“
In altri termini, si ritiene che “la riduzione del consumo finale lordo di energia al 2020, conseguita mediante programmi e misure di miglioramento dell’efficienza energetica, agevolerà il conseguimento efficiente dell’obiettivo di produzione di energia da fonti rinnovabili.”
Nel PAEE 2011 si riassume la modalità di calcolo che si dice, è rimasta inalterata rispetto al Piano del 2007, così come l’obiettivo generale dei risparmi energetici attesi al 2016, pari al 9%.
Si riportano inoltre i risultati raggiunti con il PAEE 2007, come punto di partenza per le future strategie da intraprendere.
Già i programmi e le misure per il miglioramento dell’efficienza energetica nei diversi settori economici (residenziale, terziario, industria e trasporti) previsti nel precedente piano, hanno portato ad ottenere gli obiettivi attesi, ovvero un risparmio annuale che corrisponde al 9,6% dell’ammontare medio annuo del consumo nazionale di riferimento, che in termini assoluti significa un risparmio annuale complessivo di 32.334 GWh di energia.
Per questo motivo, si dice nella nota: “le tipologie ‘intervento sono rimaste sostanzialmente le stesse, anche se nel documento sono elencate, in maniera non esaustiva, altre aree d’intervento che potrebbero integrare i risparmi al 2016, già stabiliti”.
Il PAEE 2011 tiene anche conto del Piano Nazionale 2010 che fissa obiettivi vincolanti al 2020 per la quota di energia da produrre con le fonti rinnovabili, che dovrà essere pari al 17% del fabbisogno. Una quota che si basa sul rapporto tra consumi finali lordi di energia prodotti da Fer e i consumi finali lordi totali.
Quest’ultima entità risulta, quindi, molto significativa al fine del conseguimento dell’obiettivo, in quanto se si riduce il denominatore del rapporto (ovvero i consumi totali) sarà più facile raggiungere l’obiettivo relativo alle Fer.
Per il PAEE 2011, oltre alle misure relative ai Titoli di Efficienza Energetica (TEE) e agli incentivi agli interventi di efficientamento energetico in edilizia, attuati nel piano precedente, sono considerati anche gli effetti del Decreto legislativo (DLgs. 192/2005, che recepisce la direttiva 2002/91/CE) relativo al rendimento energetico in edilizia, che si prevede possa portare novità positive, non ultima la certificazione energetica degli edifici.
Nella nota si indicano anche gli aspetti critici riscontrati nell’applicazione del precedente Piano, che vengono individuati essenzialmente nel fatto che i meccanismi di incentivazione non erano strutturali.
“Per questo motivo -si scrive- è in fase di studio uno schema di incentivazione stabile ed economicamente sostenibile (es. revisione del sistema dei certificati bianchi con revisione degli obiettivi al rialzo) per potere raggiungere gli obiettivi ambiziosi di efficienza energetica che la strategia energetica europea indica al 2020.”
Nel settore residenziale, si prevede di incentivare nuove forme di stimolo per migliorare gli interventi di coibentazione degli edifici, che hanno raggiunto risultati inferiori alle attese, probabilmente- si presume -per i costi più elevati che comportano questi interventi.
Nel settore industria si prevede di migliorare il meccanismo dei Certificati Bianchi (sempre titoli di efficienza energetica) dato che è stato rilevato un risultato negativo nell’ambito del recupero termico nei processi produttivi.
Il settore dei trasporti è quello dove si apporteranno variazioni più sensibili alle misure prese nel piano pregresso, basate principalmente sulle misure di incentivazione per la rottamazioni delle auto circolanti. Le nuove misure riguarderanno principalmente l’applicazione del regolamento comunitario che stabilisce livelli di emissioni delle autovetture nuove nell’ambito dell’approccio comunitario integrato finalizzato a ridurre le emissioni di CO2 nei veicoli leggeri.
Il PAEE 2011, così come richiesto dalla Commissione Europea, si indirizza anche verso il raggiungimento del target della riduzione del 20% della domanda di energia primaria al 2020, “ anche se- si legge nella nota del MSE- per il raggiungimento di un obiettivo così ambizioso, ulteriori sforzi devono essere messi in campo“.