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La Svizzera punta alla geotermia per sostituire il nucleare

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Saranno nuove centrali geotermiche a garantire- entro il 2050- quasi 40 TWh all’anno di calore ed alcuni TWh di elettricità al paese elvetico

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Il governo Svizzero ha deciso il mese scorso di abbandonare gradualmente l’energia nucleare, stabilendo che gli impianti esistenti dovranno essere disattivati alla fine del loro ciclo di vita «di presumibilmente 50 anni» e che non saranno sostituiti.

La Svizzera assieme alla Germania – che ha seguito la stessa strada e punta a produrre l’80% di energia da fonti rinnovabili entro il 2050 – saranno quindi i primi due paesi i Europa ad abbandonare l’atomo e a scommettere su altre scelte di tipo energetico.

Il Ministro dell’energia elvetico, Doris Leuthard si è detta convinta che «l’abbandono dell’energia nucleare può rappresentare un’opportunità per il paese: le nuove tecnologie nel settore ‘cleantech’ potrebbero diventare una locomotiva per l’economia svizzera».

«Oggi abbiamo preso una decisione di principio- ha dichiarato la ministra dell’energia- con la quale abbiamo voluto inviare un segnale chiaro alla popolazione, all’economia e al mondo della ricerca. Tutti saranno chiamati a dare il loro contributo per realizzare questo obiettivo».

Per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico (le centrali atomiche producono attualmente quasi il 40% dell’energia elettrica consumata in Svizzera), il Consiglio federale, nel quadro della nuova strategia energetica 2050, ha fissato otto priorità.

In particolare si tratterà prima di tutto di ridurre il consumo di energia elettrica, rafforzando l’efficienza energetica e sensibilizzando la popolazione a un suo uso parsimonioso. Senza misure in tal senso, ha sottolineato Doris Leuthard, la domanda di elettricità potrebbe aumentare fino a 90 miliardi di kWh all’anno nel 2050, il 50% in più rispetto ad oggi.

Il governo prevede inoltre di ampliare l’offerta di energia elettrica, rafforzando la produzione di corrente idroelettrica e rinnovabile e non escludendo di far ricorso anche a corrente prodotta da combustibili fossili. Naturalmente si dovrà continuare a far capo all’importazione di energia, anche di origine nucleare, ha precisato la consigliera federale. Un altro punto importante è l’ampliamento e la trasformazione delle reti di trasporto fino alla realizzazione di «smart grid», delle «reti intellligenti» che permettono l’interazione diretta tra consumatori, rete e produzione e «racchiudono un enorme potenziale».

A quasi un mese di distanza da questa decisione  Swisspower, la rete che riunisce 34 aziende aziende di distribuzione di corrente di comuni e città svizzere, ha fatto sapere di puntare alla geotermia, in particolare a un nuovo tipo di centrali geotermiche che raggiungono una profondità di 10 chilometri.

La società prevede che grazie alla geotermia nel 2050 sarà possibile produrre fino a 40 TWh all’anno di calore ed alcuni TWh di elettricità.

«Senza la geotermia non sarà possibile garantire l’approvvigionamento energetico dopo la chiusura delle centrali nucleari» ha dichiarato Hans-Kaspar Scherrer, presidente del Cda di Swisspower.

L’azienda, che ha appoggiato la scelta del governo di dire no al nucleare, ha virato decisamente sulla geotermia e sta allestendo un "master plan" da qui al 2050, in cui sono descritti i fondamenti della sua strategia energetica. Il piano industriale comprende vari campi di azione: produzione, reti e infrastruttura, efficienza energetica e accesso al mercato energetico europeo.
E tra i progetti previsti c’è anche quello di una centrale geotermica, che secondo i piani potrebbe essere realizzata nei cantoni di San Gallo o Svitto. La centrale sarà in grado di prelevare calore a una profondità doppia rispetto a quella raggiunta attualmente, ossia a 10 chilometri. A questa profondità il calore è presente ovunque e può essere recuperato attraverso un sistema a circuito chiuso che, secondo i progettisti, permetterà di evitare l’utilizzo di acqua sotto pressione e il rischio di movimenti sismici.