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Certificati bianchi, lo stato aggiornato al 2017 nel rapporto del GSE

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Il Gestore dei Servizi Energetici ha pubblicato un documento in cui illustra i principali risultati e i trend più significativi ottenuti dal meccanismo nell’ultimo anno

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Il meccanismo dei certificati bianchi, introdotto per la prima volta nel 2001, si configura come un regime obbligatorio di risparmio di energia primaria posto in capo ai distributori di energia elettrica e gas naturale con più di 50mila clienti, che possono adempiere alla quota d’obbligo realizzando direttamente i progetti di efficienza energetica per i quali vengono riconosciuti i TEE (Titoli di Efficienza Energetica) dal GSE oppure, in alternativa, acquistando i titoli attraverso le negoziazioni sul mercato dei TEE gestito dal Gestore dei Mercati Energetici (GME) o attraverso transazioni bilaterali.

Nel Rapporto annuale certificati bianchi appena pubblicato, il Gestore dei Servizi Energetici illustra i principali risultati e i trend più significativi ottenuti dal meccanismo nel 2017: sono state presentate 5.332 Richieste di Verifica e Certificazioni (RVC a consuntivo, analitiche e standard) e 363 Proposte di Progetto e di Programma di Misura (PPPM), per un totale di 5.695 istanze, senza dimenticare i 177 Progetti a Consuntivo (PC) presentati.

L’esito positivo delle istruttorie – documentano dunque dal GSE – ha generato il riconoscimento di oltre 5,8 milioni di Titoli di Efficienza Energetica (TEE), pari a circa 1,92 Mtep di risparmi energetici, registrando un incremento del 5% dei TEE riconosciuti dal GSE rispetto all’anno precedente.

Si tratta di una perfomance significativa, da inserire in un contesto internazionale caratterizzato da una ripresa dell’economia mondiale e da bassi prezzi delle materie prima, dove l’Italia ha fatto registrare segnali positivi in ambito energetico.

Nel 2016 i consumi finali lordi di energia sono stati coperti per il 17,6% dalle fonti rinnovabili, raggiungendo e superando l’obiettivo al 2020, e l’indice di efficienza energetica ha segnato una riduzione del 4,3% rispetto al 2012.

Nonostante ciò rimane molto da migliorare: ad esempio, la dipendenza energetica da fonti di approvvigionamento estere rimane elevata (75,6%), sebbene in riduzione di 7 punti percentuali rispetto al 2010, e l’efficienza energetica rimane una performance essenziale da migliorare.