Sì all’inserimento delle infrastrutture energetiche nelle opere soggette a dibattito pubblico. È quanto chiede la Commissione Ambiente alla Camera chiamata a pronunciarsi sul d.P.C.M. previsto dal nuovo Codice dei contratti pubblici. Il decreto in questione regola le modalità di svolgimento, le tipologie e le soglie dimensionali di tutte quelle opere con “una rilevanza strategica” che richiedono obbligatoriamente un confronto aperto con il territorio. L’obiettivo è permettere una discussione già nella fase di elaborazione del progetto di fattibilità, in maniera da prevenire forme di contrasto o possibili contenziosi a lavori iniziati.
Lo schema di decreto, nella sua versione originale, ha lasciato però fuori dal dibattito pubblico un ospite davvero ingombrante: le opere energetiche. Ad oggi, lo schema preclude qualsiasi confronto su oleodotti, gasdotti, centrali chimiche o piattaforme petrolifere. Una decisione che non piace troppo alla Commissione Ambiente di Montecitorio.
Nel parere al d.P.C.M., i deputati chiedono infatti che siano inserite nell’elenco delle opere sottoposte a dibattito pubblico, anche le infrastrutture energetiche. Una misura ritenuta necessaria, scrivono, “in ragione delle caratteristiche di tali opere, del loro impatto sul territorio e della volontà del legislatore all’atto della definizione dei criteri di delega”. Inoltre la Commissione invita a valutare l’opportunità di predisporre linee guida per i diversi ambiti di intervento. (continua)