Lo scorso 17 Gennaio, il Parlamento Europeo riunito in seduta plenaria, ha approvato un documento con il quale si fissano nuovi obiettivi vincolanti a livello UE, che rendono più sfidanti quelli attualmente definiti – ad esempio, una quota almeno del 27% di energia rinnovabile sul consumo finale di energia europeo – entro il quadro per il clima e l’energia sempre al 2030, adottato a livello UE nel 2014.
In particolare, in un’apposita risoluzione legislativa approvata con 492 voti favorevoli, 88 contrari e 107 astensioni, i deputati hanno affermato che nel 2030 la quota di energie rinnovabili dovrà corrispondere al 35% del consumo energetico dell’UE; dovrebbero inoltre essere fissati obiettivi nazionali, dai quali gli Stati membri sarebbero autorizzati a discostarsi, a determinate condizioni, fino a un massimo del 10%.
Inoltre, con 485 voti favorevoli, 132 contrari e 58 astensioni, il Parlamento ha votato in favore di un obiettivo minimo vincolante del 35% e di obiettivi nazionali indicativi; tale obiettivo sarà definito sulla base del consumo energetico previsto per il 2030 seguendo il modello Primes (simulando il consumo energetico e il sistema di approvvigionamento energetico nell’UE).
In aggiunta, il Parlamento vuole garantire che i consumatori che producono energia elettrica nei loro edifici (autoconsumo) abbiano il diritto di consumarla e di installare sistemi di stoccaggio senza dover pagare oneri, canoni o imposte; il mandato negoziale chiede inoltre agli Stati membri di valutare gli ostacoli esistenti all’autoconsumo di energia prodotta nei territori dei consumatori, di promuovere tale consumo e di garantire che i consumatori, in particolare le famiglie, possano aderire alle comunità delle energie rinnovabili senza essere soggetti a condizioni o procedure ingiustificate.
Infine, anche la risoluzione sulla governance dell’Unione dell’energia è stata approvata con 466 voti favorevoli, 139 contrari e 38 astensioni: per raggiungere gli obiettivi dell’Unione dell’energia, ogni Stato membro dovrà notificare un piano nazionale integrato per l’energia e il clima alla Commissione dell’UE entro il 1° gennaio 2019 e, successivamente, ogni dieci anni.
Il primo piano coprirà il periodo dal 2021 al 2030.
I successivi avranno durata decennale e dovranno iniziare dalla scadenza del precedente.
La Commissione dovrebbe dunque valutare i piani nazionali integrati per l’energia e il clima e formulare raccomandazioni o adottare misure correttive qualora ritenesse che i progressi compiuti siano insufficienti o che siano state adottate azioni insufficienti.
Dopo il voto dell’Europarlamento, le prossime tappe del percorso legislativo ripartiranno a ritmo sostenuto.
I negoziati tra Parlamento, Commissione e Consiglio europei potranno infatti iniziare immediatamente poiché anche il Consiglio ha approvato i propri orientamenti generali sull’efficienza energetica lo scorso 26 giugno mentre risale al 18 dicembre 2017 quella sulle energie rinnovabili e la governance dell’Unione dell’energia.