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Tutti pazzi per la geotermia

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© Roberto Monaldo / LaPresse 10-11-2009 Roma Interni RAI - Conferenza stampa per lo Switch Off nel Lazio Nella foto Paolo Romani (Vice Ministro Tlc) © Roberto Monaldo / LaPresse 10-11-2009 Rome RAI, italian television - Press conference on Switch Off in Lazio region
Dopo il referendum sono molte le dichiarazioni che indicano la geotermia come asse strategico per il futuro energetico del paese senza più l’uso del nucleare. A partire dal Ministro dello Sviluppo Paolo Romani

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Il nuovo piano energetico si preannuncia basato su biomasse a geotermia.

Lo ha anticipato il Ministro dello Sviluppo EconomicoPaolo Romani, a margine dell’assemblea di Confartigianato, rispondendo alle imprese che chiedono fatti concreti dopo i risultati eclatanti del referendum abrogativo dei giorni scorsi che ha bocciato (per la seconda volta) il nucleare nel nostro paese.

A questo punto un nuovo piano energetico «è obbligatorio» ha dichiarato il ministro Romani che ha quindi annunciato la preparazione di una «strategia energetica che ha bisogno di una conferenza nazionale» tramite la quale «sarà effettuata una nuova suddivisione delle fonti e la parte riservata alle rinnovabili sarà molto più ampia di prima».

«Le fonti fossili – ha aggiunto Romani- già oggi rappresentano il 94% del totale». Per quanto riguarda il futuro «il gas farà ancora la sua parte ma ci sono molte altre possibilità di fare energia, dalle biomasse alla geotermia» ha dichiarato il Ministro.

Lo sviluppo della geotermia in Campania per rilanciare il Mezzogiorno lo aveva indicato anche il presidente della Svimez, Adriano Giannola nel suo intervento all’Assemblea dell’Unione Industriali di Napoli, qualche giorno prima del referendum.

«Per rilanciare e sviluppare il Mezzogiorno occorrerebbe puntare da subito sullo sfruttamento della geotermia in Campania- aveva dichiarato Giannola – un campo totalmente inesplorato, i cui costi e tempi di realizzazione sono decisamente più abbordabili, comunque la si pensi, del nucleare».

Secondo il presidente della Svimez «la Campania rappresenta la Mecca dell’inesplorato ma promettente campo della geotermia», settore in cui, secondo Giannola, è da sottolineare «la mancanza di investimenti da parte dei grandi colossi dell’energia italiana».

Per questo il presidente di Svimez ha indicato «l’urgenza di intervenire per rendere coerenti interessi e strategie aziendali di gruppi grandi, piccoli, nazionali o internazionali all’esigenza assoluta di una programmazione analiticamente fondata e di respiro».

Usare il calore della terra invece del nucleare è anche la posizione espressa dai geologi di Sicilia che a pochi giorni dal referendum sul nucleare, rilanciano la geotermia come «una delle forme di energia alternativa che potranno, a regime, sostituire le attuali».

E Carlo Cassaniti, vicepresidente dei geologi di Sicilia ha indicato la Toscana come modello da seguire per altre aree del Paese che potrebbero avere la stessa vocazione.
«Lo sfruttamento della fonte geotermica per la produzione di energia elettrica – ha spiegato Carlo Cassaniti – ha inizio in Toscana nel primo decennio del 1900. Oltre la Toscana, che copre il 25 % del proprio fabbisogno energetico con l’energia geotermica, in Italia abbiamo altre aree a forte vocazione geotermica, dal cratere di Latera – Bolsena ai Campi Flegrei, dalla zona dei vulcani sottomarini del Palinuro e del Marsili all’arcipelago delle Isole Eolie».

Cassaniti mette poi in evidenza che qualcosa si sta muovendo.

«In Sicilia, al momento, la Regione ha rilasciato un solo permesso di ricerca relativo al campo geotermico di Pantelleria, un permesso è in fase di rilascio nel campo geotermico eoliano, mentre sono in fase di istruttoria altre tre istanze che riguardano le aree di Sciacca, Gerbini e Pantelleria».

I geologi siciliani sottolineano, inoltre, che «occorre promuovere adesso le energie rinnovabili e la geotermia ne è un esempio altamente rappresentativo».