Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha appena pubblicato il proprio Rapporto statistico 2016, all’interno del quale offre un’esaustiva panoramica sull’energia da fonti rinnovabili prodotta nel nostro Paese.
Per quanto riguarda l’apporto della geotermia per la produzione di energia elettrica, ne emerge un quadro nazionale sostanzialmente statico.
«Negli ultimi due anni – osserva infatti il GSE – il numero e la potenza installata degli impianti geotermoelettrici sono rimasti immutati», e anche osservando numerosità e potenza efficiente lorda degli impianti geotermoelettrici in esercizio in Italia tra il 2003 e il 2016 «la variabilità negli anni è molto limitata; fanno eccezione gli ultimi quattro anni, nei quali la potenza installata è aumentata da 773 MW a 815 MW (+5,4%)».
Tale sostanziale stabilità nella potenza installata tra il 2003 e il 2016 ha prodotto «variazioni piuttosto contenute della produzione lorda; il tasso medio annuo, in particolare, è pari al 2,2%», mentre nel 2016 «la produzione da impianti geotermoelettrici è stata pari a 6.289 GWh, in aumento del 1,7% rispetto all’anno precedente». Parimenti, nell’arco temporale analizzato il contributo della produzione geotermica alla produzione totale di energia elettrica in Italia rimane tutto sommato costante, collocandosi, «nella fascia 1,6-2,2%».
Per quanto riguarda invece taglia e localizzazione degli impianti, il GSE ricorda che a fine 2016 impianti geotermoelettrici «sono presenti nel territorio della sola regione Toscana e in particolare nelle province di Pisa (nella quale si concentra il 50,8% della produzione totale), Siena (25,3%) e Grosseto (23,9%)»; gli impianti più numerosi sono quelli «con potenza minore o uguale a 20 MW, che rappresentano il 54,1% della potenza totale degli impianti geotermoelettrici», ma al contempo è la classe di potenza superiore a 40 MW che – seppure in termini di numerosità si fermi al 11,8% – copre il 31,9% in potenza.
Per quanto riguarda infine la produzione di energia termica, utilizzata in modo diretto o ceduta a terzi (calore derivato), il GSE dettaglia che nel 2016 «l’energia termica complessiva ottenuta in Italia dallo sfruttamento dell’energia geotermica ammonta a 6.032 TJ, corrispondenti a circa 144 ktep», cui è possibile aggiungere i 77 ulteriori ktep conteggiati dal GSE tra l’energia rinnovabile da pompe di calore geotermiche.
«I consumi diretti – aggiunge il GSE – risultano pari a 5.222 TJ (87% del totale), in crescita di 144 TJ rispetto al 2015 (+9,3%). I settori che utilizzano maggiormente la fonte geotermica per la produzione di calore sono il commercio e i servizi (61%, principalmente per la notevole diffusione degli stabilimenti termali), seguiti da acquacoltura/itticoltura (25%) e dall’agricoltura (11%); piuttosto modesti risultano, invece, gli utilizzi nell’industria e nel settore residenziale (come già precisato, sono escludi gli impieghi di risorsa geotermica tramite pompe di calore). Ai consumi diretti si aggiungono 810 TJ di calore derivato (circa 19 ktep) prodotto da impianti di sola produzione termica; si tratta principalmente di impianti di teleriscaldamento localizzati in Toscana e in Emilia Romagna». Considerando infine che «per gli impianti di teleriscaldamento è possibile fare riferimento unicamente al numero dei comuni teleriscaldati e non a quello degli impianti, si rilevano in Italia oltre 200 impianti attivi per lo sfruttamento dell’energia geotermica ai fini di sola produzione di calore».