Scopo dichiarato dell’Alleanza Globale per la Geotermia è quello, entro il 2030, di ampliare la capacità installata per la produzione di energia elettrica da geotermia a livello globale del 500% e del 200% per quanto riguarda l’energia termica.
Per raggiungere questo risultato è stata indicata la necessità di rimozione delle barriere riguardanti gli alti costi e le difficoltà di accesso ai finanziamenti, i deficit relativi alle reti, la mancanza di politiche coerenti con gli obiettivi e la La delegazione italiana ha portato un contributo con il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, il viceministro per lo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova e l’Assessore alle Attività Produttive della Regione Toscana Stefano Ciuoffo.
«Oggi gli impatti dei cambiamenti climatici sono visibili a tutti – ha affermato Galletti – L’Italia ritiene l’Accordo di Parigi irreversibile e irrevocabile, e ci impegniamo a promuovere la crescita delle rinnovabili, tra cui la geotermia, per uno sviluppo sostenibile del pianeta».
«Quella geotermica è una fonte di energia con caratteristiche che la rendono unica – ha spiegato il viceministro Bellanova – a partire dalla sua rinnovabilità e stabilità, una disponibilità costante per l’approvvigionamento energetico che non si trova nelle altre fonti pulite.
Si tratta di vantaggi strategici che rendono la geotermia indispensabile per raggiungere gli obiettivi climatici fissati dall’Accordo di Parigi, nel mondo e nel nostro Paese in particolare: la scuola geotermica toscana e nazionale può dare un contributo importante per sbloccare il potenziale geotermico nel mondo».
«Per essere un reale fattore di sviluppo strategico – ha dichiarato l’Assessore Ciuoffo – l’attività geotermoelettrica in Toscana deve fare un salto di qualità e di maggiore condivisione dei benefici con il territorio. Per questo vogliamo fare della realtà toscana un centro di eccellenza internazionale, con programmi, azione legislativa e normativa, finalizzati a non aumentare l’impatto sulle matrici ambientali al crescere la potenza installata e della produzione di energia elettrica, e a favorire l’inserimento paesaggistico delle centrali esistenti e nuove.
Una Geotermia 2.0 che punti a creare occupazione non solo attorno alle centrali geotermoelettriche ma sfruttando quanto la geotermia è in grado di veicolare: innovazione in campo industriale, filiere agroalimentari sostenibili, turismo di qualità, prezzi competitivi per l’energia in grado di favorire ogni attività imprenditoriale.
La Toscana guarda con ambizione al futuro ed intende contribuire all’obiettivo di una sostanziale riduzione delle emissioni dei gas climalteranti puntando, anche e soprattutto grazie all’attività geotermoelettrica, a produrre energia elettrica solo da fonti rinnovabili entro il 2050».
In effetti in Toscana convivono il passato ed il presente di una risorsa rinnovabile ed irrinunciabile che ha fortemente influenzato la storia e la cultura di una intera area.
La tecnologia geotermica italiana e soprattutto toscana è esportata in tutto il mondo.
Ma sono indispensabili maggiori sinergie, le amministrazioni, la ricerca, il mondo dell’industria e dell’imprenditoria, le popolazioni, devono riuscire a lavorare insieme per dare concretezza e seguito alle dichiarazioni ufficiali per sviluppare, in maniera condivisa con i territori, una fonte energetica potenzialmente pulita e contestualmente riducendone gli inevitabili impatti attraverso l’utilizzo della miglior tecnologia disponibile.
Articolo originariamente pubblicato su QualEnergia n.4 del Settembre/Ottobre 2017