All’interno della sua ultima analisi riportata da Elettricità Futura, il centro di ricerca pubblico del gruppo GSE, RSE – Ricerca Sistema Energetico, stima per la produzione italiana di energia elettrica da fonti rinnovabili una crescita «con ritmi rilevanti da qui al 2030 e ancora di più in proiezione al 2050». Se concretizzata si tratterebbe di un’importante inversione di marcia dopo l’importante rallentamento configuratosi nel corso degli ultimi tre anni.
«Dopo il picco di produzione toccato nel 2014 – spiega Michele Benini, ricercatore del dipartimento Sviluppo dei Sistemi Energetici – pari a 120,7 TWh, si è scesi al dato 2016 di 108 TWh. Una diminuzione dovuta essenzialmente alla contrazione della produzione da idroelettrico, che ha sofferto per il ripetersi di lunghi periodi di siccità, passata da 58.545 GWh nel 2014 a 42.432 GWh nel 2016. Le altre fonti rinnovabili, non idroelettriche, nel loro complesso hanno mostrato un trend costantemente crescente con geotermico, eolico e bioenergie a eccezione del fotovoltaico, in leggero calo fra il 2015 e il 2016 con un dato di produzione passato da 22.942 GWh a 22.104 GWh. Va detto che il trend di crescita ha comunque rallentato a causa della revisione dei meccanismi incentivanti».
Come previsto nell’analisi di scenario contenuta nella Strategia elettrica nazionale (di cui ci occupiamo QUI) elaborata da RSE, al 2030 si stima che le energie rinnovabili copriranno una quota sui consumi finali elettrici italiani pari al 55%, con una proiezione vicina al 90% nel 2050.