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E’ possibile immaginare un futuro in cui l’energia provenga solo dalle fonti rinnovabili?

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Secondo l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) è uno degli scenari possibili.

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

L’ Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), ovvero il gruppo di esperti che a livello intergovernativo studiano ed elaborano previsioni in merito ai cambiamenti climatici, ha pubblicato un rapporto sulle energie rinnovabili (SRREN) dal quale emerge come possibile uno scenario in cui quasi l’80% del fabbisogno energetico mondiale è soddisfatto dalle energie rinnovabili.

Certo, questo è lo scenario più ottimistico che potrebbe attuarsi entro il 2050 anche solo utilizzando le attuali tecnologie. Mentre in quello più pessimistico si arriverà a toccare appena il 15% del fabbisogno energetico mondiale con le energie rinnovabili entro il 2050.

I risultati dello studio dell’Ipcc sono contenuti in un voluminoso rapporto di oltre 1000 pagine dal titolo “Relazione speciale sulle fonti energetiche rinnovabili e la mitigazione dei cambiamenti climatici” presentato ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi.

Nel rapporto si evidenzia come le rinnovabili nel 2008 abbiano coperto una quota del 12,9% del totale della domanda di energia e come in questi tre anni siano stati fatti molti passi in avanti in questa direzione: pertanto non è poi così impossibile pensare di arrivare davvero allo scenario più ottimistico.

Nel rapporto vengono, infatti, considerati diversi scenari futuri (ben 160 per la precisione) dai quale emerge che basterebbe solo la diminuzione dei costi delle tecnologie a rendere possibile un forte incremento del processo di crescita delle rinnovabili. Anche se le politiche orientate in tale direzione potrebbero, senza dubbio, aiutare in maniera significativa il processo di sviluppo della produzione di energia pulita.

Per l’elaborazione del Rapporto pubblicato dall’IPCC, uno degli scenari utilizzati è quello realizzato da Greenpeace con Energy [R]evolution nel quale si dimostra il potenziale delle energie rinnovabili sul lungo periodo.

Le energie considerate nel rapporto dell’IPCC sono le biomasse, il solare, il geotermico, l’idroelettrico, l’energia dagli oceani e l’eolico che, considerate nel loro insieme, sarebbero in grado di rispondere anche alla crescente domanda energetica mondiale, così come stimata dalla Agenzia internazionale dell’Energia (IEA).

Ma per farlo sarebbe necessario predisporre le basi necessarie per dare l’avvio ad una vera e propria rivoluzione energetica, predisponendo legislazioni favorevoli allo sviluppo di energie rinnovabili e destinando risorse per renderlo possibile.

Per fare questo e permettere quindi un consistenze aumento del ricorso all’energia verde, secondo la stima dell’Ipcc, sarebbero necessari investimenti che vanno da 1,36 a poco più di 5 miliardi di dollari nel decennio 2011-2020 e da 1,49 a 7,18 miliardi di dollari tra il 2021 e il 2030.

«I dati del rapporto sono un invito ai governi ad avviare una radicale riorganizzazione delle loro politiche energetiche e a mettere le energie rinnovabili al centro dei loro piani di sviluppo» ha dichiarato Sven Teske, Direttore del settore Energie Rinnovabili di Greenpeace International e uno dei principali autori del rapporto.

«Con l’approssimarsi della conferenza internazionale sul clima (COP 17) di Durban in Sud Africa- ha proseguito Teske- è sempre più chiaro che il dovere dei governi è quello di essere all’altezza delle crescenti aspettative su questi temi».

Nel rapporto sulle energie rinnovabili dell’Ippc si valutano altresì i benefici che le fonti rinnovabili potrebbero apportare dal punto di vista delle riduzioni delle emissioni: secondo le stime contenute nello studio, nel periodo che va dal 2010 al 2050, le energie pulite potrebbero consentire un risparmio tra i 220 e i 560 miliardi di tonnellate di anidride carbonica.

E questo scenario permetterebbe di contenere l’aumento della temperatura globale entro i 2° come previsto dagli accordi di Cancun.