LA RISORSA TERMALE quale soluzione alternativa per la produzione di energia. La Fondazione dei Geologi della Toscana prosegue il monitoraggio delle zone ad alta capacità geotermica in Toscana. Obiettivo: sfruttare in modo diretto i fluidi a bassa termalità (entalpia) per usi agricoli, turistici ed eventualmente di teleriscaldamento. Tutto senza pompe di calore o la mediazione di centrali elettriche. Può accadere con la geotermia a bassa temperatura fonte energetica rinnovabile che nel pieno rispetto dell’ambiente migliora la qualità della vita e abbatte i costi. Dello sfruttamento dell’energia geotermica nella area termale di Larderello, di quel calore che proviene dal sottosuolo e di cui può beneficiare ogni cittadino con una congrua distribuzione, se ne parlerà il 6 maggio in un convegno dal titolo «Risorse termali per lo sviluppo economico: conoscenza, regolamentazione e progetti sostenibili» promosso dalla Fondazione dei Geologi della Toscana.
IL CONVEGNO è al Teatro Roma. Il summit inizierà alle 9.30 fino alle 18,30. Il dibattito, in cui interverranno esperti del settore, è l’occasione per fare il punto sulle potenzialità dell’area meridionale della provincia di Livorno, nonché sugli aspetti normativi, tecnologici e geologici. «Alla luce della diffusa problematicità nella produzione dell’energia in generale — chiarisce il presidente della Fondazione Mauro Chessa —, lo sfruttamento del calore della Terra è più che mai una soluzione interessante. I campi geotermici ad alta temperatura (come Larderello e Amiata) sono appannaggio delle grandi società dell’energia e richiedono molta attenzione, affinché l’ utilizzazione non produca pesanti effetti ambientali; i campi a media e bassa temperatura sono assai più disponibili. La Toscana è particolarmente fortunata perché è ricca di aree dove si riscontrano, a profondità relativamente ridotte, temperature utilizzabili anche con impianti di non particolare impegno tecnologico». Info: segreteria@fondazione.geologitoscana.it – Tel. 055. 2340878