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Agricoltura, Clima, Toscana: Siccità, in Toscana è stato d’emergenza

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Un campo arido a causa dell'assenza di precipitazioni e del grande caldo a Zibello (Parma), 23 giugno 2017. ANSA/SANDRO CAPATTI
Coldiretti: «Situazione drammatica che riguarda un po’ tutte le produzioni con le piante e gli animali sotto stress»

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Con la firma di venerdì 16 giugno, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha decretato lo stato d’emergenza regionale per la grave crisi idrica che ha colpito il territorio, preannunciando la richiesta al governo di estendere lo stato d’emergenza all’intero Paese.

Purtroppo esemplare il caso toscano: come documentano dalla Coldiretti regionale, il caldo torrido aggrava l’allarme siccità nelle campagne e nelle città con le precipitazioni che in primavera sono risultate quasi il 50% inferiori rispetto al periodo di riferimento, dopo un inverno particolarmente asciutto con un deficit idrico del 48%. Da non dimenticare poi che con la siccità cresce anche il rischio incendi: «In Toscana scarseggiano i foraggi per il bestiame e crolla la produzione di miele – spiega Tulio Marcelli, presidente Coldiretti – ma la situazione è drammatica a macchia di leopardo e riguarda un po’ tutte le produzioni con le piante e gli animali sotto stress».

Sollecitato dal protrarsi della crisi idrica, sospinta dai cambiamenti climatici, il presidente Rossi ha dunque ricordato che «quando tre mesi fa abbiamo lanciato l’allarme sulla siccità non lo facevamo con leggerezza. Da tempo andiamo dicendo che si tratta di un’emergenza da non sottovalutare. D’altra parte ormai ci troviamo ad affrontare eventi di questa gravità con una cadenza meno che quinquennale, imparando sulla nostra pelle quali sono gli effetti dei cambiamenti climatici. A questo punto si rivelano fondamentali interventi strutturali importanti con impegni pubblici e privati».

Oltre al deficit di pioggia, preoccupa lo stato delle temperature: si evidenzia infatti – notano dalla Regione – uno scarto relativo di +1,1 °C rispetto alla temperatura media nel confronto con il periodo climatico precedente 1971-2000, un “surplus termico” determinato in prevalenza dal maggior aumento delle temperature massime, passate dai 21,9 °C ai 22,9 °C.