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Geotermia, Innovazione, Toscana: La geotermia (ri)nasce a Larderello

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Il progetto UE “Descramble” prosegue con le attività di raccolta e organizzazione di dati, nonché con simulazioni numeriche e sviluppo di strumenti e materiali per la perforazione

Fonte: GeotermiaNews.it

Autore: Redazione

Non è un caso che proprio a Larderello, dove oltre un secolo fa è nato quello che ancora oggi è il più antico complesso geotermico al mondo in funzione – e che, esteso all’intero territorio toscano, conta ormai 34 centrali geotermoelettriche in grado di produrre 5.871 GWh da energia rinnovabile nell’ultimo anno – stia sbocciando oggi un nuovo e ancora più efficiente modo di impiegare l’energia del sottosuolo.

È l’intera Unione Europea a puntare sul progetto Descramble – di cui abbiamo costantemente seguito le vicende all’interno di questa newsletter –, cofinanziandolo nell’ambito del programma Horizon 2020 con 6,7 milioni di euro, a fronte di un costo totale stimato in 15,6 milioni.

L’obiettivo del progetto Descramble (Drilling in dEep, Super-CRitical AMBients of continentaL Europe), i cui progressi sono documentati online sul sito dedicato http://www.descramble-h2020.eu/, ha l’ambizione di dimostrare che «gli impianti geotermici possono funzionare estraendo acqua con valori di pressione 218 volte superiori a quelli in superficie e sottoposta a temperature pari a circa 374°C» come hanno spiegato nei giorni scorsi da Enel Green Power, che sta coordinando il progetto.

«A queste profondità le condizioni ambientali estreme portano l’acqua a raggiungere quello che è chiamato uno stato “supercritico” ovvero una condizione fisica in cui si riscontrano allo stesso tempo alcune proprietà tipiche dello stato liquido ed altre tipiche dello stato gassoso. Tali condizioni, assolutamente particolari, decuplicano il potenziale energetico dell’acqua».

Sviluppare le tecnologie necessarie a gestire in sicurezza l’acqua “supercritica” permetterebbe dunque «agli impianti geotermici di ridurre il numero di pozzi necessari per unità di produzione elettrica, con un conseguente risparmio sui costi e il rafforzamento della competitività del settore».

Un campo d’indagine più che promettente, tanto che nel progetto a guida italiana (oltre a EGP, un ruolo di primo piano è rivestito dall’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Cnr) figurano anche le università tedesche RWTH Aachen University, CAU Kiel University e TU BA Freiberg University, l’ente industriale norvegese SINTEF, senza dimenticare il coordinamento attivo con gli altri progetti europei «IMAGE per lo sviluppo di tecniche integrate di esplorazione geotermica, DEEPEGS e GEOWELL, finalizzati alla perforazione sia di sistemi EGS profondi che di continuazione del progetto islandese per la ricerca di risorse ad altissima temperatura, mediante nuove tecnologie di perforazione geotermica».