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La prima pasta prodotta con grano Senatore Cappelli coltivato nel Parco regionale della Maremma

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Sinergie per diffondere l’agricoltura biologica nelle aree protette. Sottosegretario Degani: «L’agricoltura biologica fa bene all’ambiente e alle imprese nazionali del settore»

Fonte: greenreport.it

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La prima pasta prodotta con grano bio nel Parco regionale della Maremma è stata tenuta a battesimo nell’ottocentesco Granaio Lorenese della Tenuta agricola di Alberese (GR), una delle maggiori aziende in Europa – 4.3200 ettari –  condotte con il metodo dell’agricoltura biologica.

Legambiente e Parco della Maremma spiegano che «Sul mercato si troveranno inizialmente due formati (mezzemaniche e linguine) ottenuti dalla lavorazione di grano biologico della pregiata varietà Senatore Capelli. La pasta rappresenta il primo punto di arrivo di un progetto di collaborazione che ha preso avvio 4 anni fa tra Alce Nero, azienda leader nella produzione e distribuzione di prodotti biologici, Legambiente e Terre Regionali Toscane. La sinergia fra le tre importanti realtà ha condotto allo sviluppo di un ambizioso programma di conversione delle terre del Parco Regionale della Maremma riducendo l’impatto di una agricoltura convenzionale basata su chimica di sintesi e pesticidi».

Il presidente di Alce Nero, Lucio Cavazzoni, ha sottolineato che «Sta crescendo l’interesse per il territorio, l’ambiente e il paesaggio non soltanto per il cibo. La presa di coscienza coinvolge tutto il mondo e il dibattito che riguarda il ritorno ad un’agricoltura rispettosa dell’ambiente è di assoluta attualità. La nuova legge sul biologico presentata poche settimane fa prevede l’adozione di un piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica, con obiettivi molto importanti, tra cui il rafforzamento della filiera anche attraverso la diffusione dei bio distretti. Si tratta di sistema che contrasta l’isolamento e che trasforma il singolo agricoltore in elemento cruciale del cambiamento del sistema produttivo del territorio. L’auspicio è che questo progetto condiviso con Legambiente diventi presto un modello e un punto di riferimento».

Secondo la presidente nazionale di Legambiente, Rossella Muroni, «Sono due le parole su cui è necessario concentrarsi: impoverimento e cultura. Il mondo agricolo rischia oggi di perdere competenze, saperi e paesaggi e questo non possiamo permetterlo. Legambiente continuerà a battersi per la terra e per tutto quello che rappresenta contro il rischio di impoverire il cibo che produciamo, compromettendo le produzioni future. Legambiente e Alce Nero hanno iniziato tanti anni fa a parlare di agricoltura in modo diverso con l’obiettivo di fare cultura e sistema. Un prodotto come la pasta dei parchi interpreta perfettamente il nostro modo di fare agricoltura e corretta cultura alimentare».

In una nota, Barbara Degani, sottosegretario al ministero dell’ambiente, si dice convinta che «Il progetto presentato ad Alberese dimostra come le aree protette possano rappresentare oggi un importante incubatore per iniziative di sviluppo rurale sostenibile, le quali hanno il pregio di recuperare le tradizioni agricole nazionali valorizzandone il patrimonio anche culturale, creando al contempo sviluppo e benessere. Perché l’agricoltura biologica fa bene all’ambiente ma anche alle imprese nazionali del settore, come dimostra l’esperienza di Alce Nero».

Per Franco Berrino, medico epidemiologico, «Il nostro modo di mangiare oggi è la causa delle molte malattie croniche che ci colpiscono. Sono un grande ammiratore degli agricoltori etici: sono loro a produrre un cibo che non faccia male. Per invecchiare sani l’agricoltura ha una grande responsabilità: produrre cibi che siano sani, non mettendo veleni nei cibi, quindi non utilizzando pesticidi, erbicidi o sostanze chimiche di sintesi nelle loro coltivazioni».

Riccardo Felicetti, CEO di Pastificio Felicetti, ha detto: «Noi non trasformiamo il grano in pasta, noi vogliamo essere artigiani, fedeli traduttori e interpreti letterali di grani sempre diversi a seconda dei territori di provenienza e delle stagionalità; a differenza della grande industria che utilizza grani standardizzati spesso orientati ad una più alta presenza glutinica».

E il successo del biologico è sempre più evidente e confermato dai dati relativi al comparto, in controtendenza rispetto all’agroalimentare nazionale: se infatti nel 2016 il settore food ha registrato una sostanziale stagnazione rispetto al 2015, il biologico ha invece messo a punto un +20% delle vendite nella Gdo e un +15% di acquisti nei negozi specializzati. Il numero di famiglie che acquistano prodotti biologici almeno una volta all’anno è in forte aumento: si è passati dal 55% del 2013 al 74% del 2016. E’ un comparto che in Italia fa registrare numeri da record: 1,5 milioni di ettari coltivati, 60.000 aziende agricole, oltre 8.000 imprese di trasformazione e 250.000 addetti per un valore di 3 miliardi di euro.