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Nel distretto delle energie rinnovabili si discute di geotermia

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A Piancastagnaio se n’è discusso in consiglio comunale, ad Abbadia si è riunito il gruppo di lavoro per approfondire i risultati dello studio epidemiologico sui territori geotermici i cui risultati sono stati presentati ai cittadini di Pomarance.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

A Piancastagnaio martedì 29 marzo la geotermia è stata al centro del Consiglio comunale dove la lista civica “Prospettiva Comune” aveva presentato cinque mozioni sul tema che sono state tutte respinte.

Le richieste della Lista civica vertevano sull’impegno del sindaco e della giunta a imporre all’Enel il completamento del nuovo termodotto dalla centrale Pc3 a Casa del Corto e la dismissione della centrale Pc2 ; la sospensione di ogni ulteriore attività geotermica; la procedura di Valutazione di impatto ambientale per gli impianti Enel già esistenti; l’applicazione del “principio di precauzione” per tutelare cittadini e ambiente; la commissione di nuovi studi epidemiologici; la costituzione di una commissione comunale con soggetti esterni esperti in materia di inquinanti.

Nessuna delle mozioni è stata però approvata e il motivo lo ha spiegato il sindaco di Piancastagnaio, Fabrizio Agnorelli.
«Tutte le questioni avanzate dalla lista civica con le mozioni – ha spiegato- sono da tempo all’attenzione dell’amministrazione comunale e molte sono già in esecuzione: il nuovo termodotto, che consentirà di abbandonare la fornitura di calore dalla vecchia centrale, è in gran parte realizzato e, con la prossima estate, la centrale Pc2 comincerà la fase di dismissione. Gli studi richiesti sono stati tutti realizzati. Quelli ambientali hanno escluso l’interconnessione tra la falda superficiale e il bacino geotermico, stanno proseguendo con le misurazioni dirette del primo piezometro e continueranno con il monitoraggio idrico e gli approfondimenti delle verifiche per la qualità dell’aria. Gli studi epidemiologici, poi, che hanno evidenziato la mancanza di collegamento tra le patologie in eccesso nelle aree geotermiche e le problematiche ambientali, continuano con la raccolta dei dati e gli approfondimenti, per i quali si è costituito in questi giorni un gruppo di lavoro con Agenzia regionale di sanità della Regione Toscana, medici di medicina generale e, responsabili di Asl e Società della Salute».

Il Sindaco ha poi sottolineato che «la tutela dei cittadini e del territorio è, da sempre, una nostra priorità. Ogni intervento legato al piano di riassetto geotermico dell’area pianese, che non prevede nuove centrali ma la dismissione di quella più obsoleta, è sempre stato subordinato al principio di precauzione. Proprio in virtù di tale principio, e per attendere la conclusione dello studio epidemiologico dell’Agenzia regionale di sanità e delle verifiche ambientali, si è avuto uno slittamento degli interventi previsti, come dimostra la procedura per la Valutazione di impatto ambientale durata circa due anni e che, dopo il parere favorevole della Conferenza dei servizi della Regione Toscana del 23 febbraio, sarà approvata dalla giunta regionale, aprendo la strada alla dismissione della centrale Pc2, vecchia, obsoleta e di forte impatto paesaggistico, creando così le condizioni per il massimo utilizzo del calore geotermico, sia per le attività industriali che per usi civili»

Infine il Sindaco ha confermato l’impegno per la tutela dell’ambiente e della salute: «continueremo a vigilare – ha detto Agnorelli – e a chiedere a Enel, insieme alla Regione, che sia attuato ogni possibile miglioramento per ridurre l’impatto ambientale dell’attività geotermica, soprattutto sul fronte delle emissioni. Al tempo stesso, chiediamo alla Regione di proseguire l’approfondimento di tutti gli studi avviati, sia attraverso i rapporti con Università ed enti di ricerca che con l’ausilio degli esperti che compongono il comitato tecnico appositamente costituito per valutare tutti gli aspetti tecnico-scientifici connessi con l’attività geotermica».

L’attività prevista dalla Regione Toscana in merito alle conclusioni dello studio epidemiologico nelle aree geotermiche intanto è stata avviata.

Le conclusioni dello studio avevano suggerito, infatti, di attivare iniziative di prevenzione mirate a ridurre alcune delle malattie risultate in eccesso nelle aree di studio, con particolare attenzione a quella amiatina.

«Per quanto riguarda quelle criticità che pur emergono- aveva dichiarato l’assessore alla sanità Daniela Scaramuccia- sarà possibile affrontarle avviando uno specifico Piano di Salute con la collaborazione di molti attori» .

Il primo passo indicato dall’assessore Scaramuccia era quello di intervenire «con il supporto di un gruppo di lavoro multi professionale che metta insieme le competenze del mondo sanitario, ambientale e della società civile, partendo dall’azienda sanitaria locale, con i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta, con i responsabili di zona e i nostri esperti».

E il gruppo di lavoro individuato e promosso dall’assessorato Regionale alla Sanità della Toscana si è riunito lo scorso 23 marzo ad Abbadia San Salvatore con lo specifico scopo di preparare e condividere un programma di approfondimento dei risultati dello studio epidemiologico condotto dall’ Agenzia Regionale di Sanità (ARS) nell’area geotermica dell’Amiata.

Al gruppo di lavoro partecipano l’Azienda di Unità sanitaria locale (AUSL) 7 di Siena, la Società della Salute Amiata Val d’Orcia, l’Agenzia Regionale di Sanità e i medici di medicina generale dei Comuni della Zona Amiata Val d’Orcia.

Una vera collaborazione tra le strutture del Servizio Sanitario Regionale e dei medici di medicina generale per una più dettagliata ricostruzione degli aspetti dello studio condotto da ARS, ritenuti meritevoli di approfondimento ed un confronto con i dati in possesso degli stessi medici di medicina generale.
Il programma messo a punto dal gruppo di lavoro sarà presentato alla prossima riunione della Società della salute e poi alla cittadinanza.

Ai cittadini di Pomarance invece il 6 aprile è stata presentata l’indagine epidemiologica sulla salute della popolazione delle aree geotermiche toscane.

Lo studio, che ha fatto molto discutere sull’Amiata, prende in realtà in considerazione tutte le aree geotermiche toscane nei 16 comuni in cui l’attività si sviluppa : di questi, 8 si trovano nell’area geotermica tradizionale (province di Pisa, Grosseto e Siena) e ospitano 26 centrali geotermiche, mentre gli altri 8 si trovano nell’area amiatina (province di Siena e Grosseto) con 5 centrali.

L’indagine è stata condotta incrociando dati ambientali e sanitari relativi a 43mila abitanti di queste aree e ed è arrivata alla conclusione, come aveva spiegato Francesco Cipriani, dell’Osservatorio di epidemiologia dell’ARS Toscana che «dall’insieme di tutte le analisi non emergono grandi differenze sullo stato di salute della popolazione residente nelle aree geotermiche rispetto a quella che vive nelle altre zone della Toscana. I pochi eccessi di malattie rilevati (sull’Amiata ndr) ci fanno pensare che siano imputabili alle occupazioni minerarie del passato o a stili di vita individuali piuttosto che alla geotermia».

La presentazione dello studio a Pomarance è stata curata dall’assessore allo Sviluppo economico di Pomarance, Luca Antonelli, e i lavori sono stati introdotti dal sindaco di Pomarance Loris Martignoni.

La presentazione dello studio è stata fatta dallo stesso Francesco Cipriani, e da Fabrizio Bianchi, per la Fondazione Monasterio e l’Istituto di Fisiologia clinica del CNR di Pisa.

Sempre a Pomarance in un convegno organizzato da Cenis il 4 aprile si è parlato di geotermia come risorsa per la Toscana, in particolare tramite le attività legate alla bassa e media entalpia. Ma affinché la geotermia possa rappresentare una vera risorsa economica di sviluppo – hanno concordato i relatori -è necessaria una revisione degli attuali strumenti normativi.

Tra i relatori era presente anche il Presidente di CoSviG, Piero Ceccarelli, che ha sottolineato la necessità per lo sviluppo della geotermia in Toscana della creazione di una filiera in grado di valorizzare e potenziare le competenze presenti nella nostra regione.