Con i nuovi limiti di emissione per le centrali a carbone approvati a fine aprile dal Consiglio dell’UE, i nodi vengono al pettine. Un nuovo rapporto sullo stato dell’arte del settore, uscito stamattina, racconta come un terzo della potenza installata dovrà affrontare costose operazioni di retrofit, oppure sarà costretta a chiudere.
Il 28 aprile, gli Stati membri hanno approvato limiti più rigorosi in materia di inquinanti tra cui gli ossidi di zolfo (SOx) e gli ossidi di azoto (NOx) per i grandi impianti a combustione che causano inquinamento atmosferico e malattie respiratorie. Le centrali dovranno adeguarsi entro il 2021, e le strade sono limitate: da un lato, investimenti in costose tecnologie per evitare parte delle emissioni, dall’altro ridurre le ore di funzionamento a meno di 1.500 in un anno. Il rapporto dell’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA) non vede altre soluzioni.
Ma le tecnologie per abbattere gli NOx costano circa 2-4 euro per megawattora al costo di produzione dell’energia, mentre per gli SOx si parla addirittura di 6-7 euro/MWh.
Nel caso di imapianti che superano i limiti per entrambe le sostanze, il retrofitting potrebbe costare 8-11 euro/MWh, rendendo la generazione non più competitiva. (continua)