E intanto, al geologo, è arrivata la nomina, ricevuta di recente nell’Assemblea dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura (Inbar) di Livorno-Arcipelago Toscano, per cui sarà per tre anni presidente del sodalizio, insieme al suo consiglio direttivo, composto da Paolo Fatticcioni il vicepresidente, Laura Fatticcioni, tesoriere, Dario D’Avino segretario, Giulia Valenti consigliere. E Massimiliano Pardi sarà addetto alla comunicazione, Cristina Rotta e Giampaolo Munafò si occuperanno della formazione. Ingegneri, geologi, architetti, tutti impegnati in un’azione multidisciplinare per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente naturale ed antropico del territorio livornese e insulare.
«Suggeriamo, tra gli altri progetti che abbiamo, di usare fonti energetiche alternative naturali – specifica il neo presidente – Con un impianto a pompa di calore geotermica è possibile sfruttare il calore presente nel sottosuolo e quindi riscaldare in inverno le nostre abitazioni o rinfrescarle in estate, senza usare gasolio, gpl o l’elettricità. Le misurazioni della temperatura dell’acqua di alcuni pozzi, registrano tale fenomeno termico. Sono temperature variabili dai 22° ai 25° e quindi le acque che circolano nel sottosuolo elbano sono più calde della media. In particolare nell’area della zona di Cavo, in località Valle Baccetti, si arriva ai 47°. Per tale motivo da alcuni anni è iniziato l’iter per un loro sfruttamento a scopo idrotermale e per teleriscaldamento. Non a caso nella toponomastica isolana abbiamo varie località che si chiamano Acqua calda, ed è un fenomeno noto fin dalle epoche remote».