La Nuova Zelanda punta sulla geotermia di ultima generazione e dice addio alla storica centrale geotermoelettrica di Wairakei, ormai ultracinquantenne. Costruito nel 1958, l’impianto era allora il primo nella suo tipologia (a vapore umido) a livello mondiale, una una scelta pagata nel tempo con una serie di effetti visibili sull’ambiente locale. Dopo alcuni decenni il campo è andato incontro a piccoli cedimenti del terreno e alla progressiva riduzione dei volumi di vapore. Entro la metà del 2013, però, circa 45 MW del vecchio sito verranno smantellati per far spazio a un impianto nuovo di zecca che sorgerà poco distante, nei pressi della capitale Wellington. A progettarla, e a costruirla, sarà Contact Energy, che proprio ieri ha apposto la propria firma sul contratto d’appalto per la realizzazione di un impianto da 166 MW, denominata Te Mihi. La compagnia energetica, la più importante della Nuova Zelanda, ha pianificato un’offerta con diritto di opzione al fine di costituire un fondo di 475 milioni di dollari, destinato alla realizzazione di progetti legati all’energia geotermica nell’area centrale dell’Isola del Nord.
Vai libera per Contact anche alla costruzione di un secondo impianto, il Tauhara-2, che potrebbe generare fino a 250 MW di elettrica. In fase di esplorazione, invece, l’area di Taheke, di cui la società sta sondando le potenzialità. Come ha spiegato il Ceo della società David Baldwin “l’energia geotermica è la fonte strategicamente più importante della Nuova Zelanda. Rappresenta un grande vantaggio rispetto alle altre rinnovabili, perché non dipende dalle condizioni atmosferiche e quindi è sempre disponibile”.