Ne sanno qualcosa gli inquilini di un complesso residenziale composto da 20 appartamenti di circa 85 mq, con giardino e posto auto, realizzato a Follonica (GR), in cui appare quantomeno evidente la perfetta integrazione tra impianti fotovoltaici e materiali ad elevata efficienza energetica. La differenza però la fa il principio ispiratore del progetto, la geotermia a bassa entalpia: quella "geotermia" con la quale qualsiasi edificio, in qualsiasi luogo della terra, può riscaldarsi e raffrescarsi invece di usare la classica caldaia d’inverno ed il gruppo frigo d’estate.
In pratica si tratta di scambiare il calore naturale del terreno attraverso delle sonde in PVC resistenti a 25 bar di pressione, elettrosaldate sul fondo in maniera tale che un liquido composto da acqua e glicole vi possa scorrere attraverso giungendo ad una pompa di calore che ne aumenta la temperatura per alimentare una o più centrali termiche; esse andranno a servire l’impianto di riscaldamento costituito da serpentine poste sotto al pavimento delle abitazioni.
Un impianto integrato costituito da sistema di geoscambio e fotovoltaico permette di rendere autonome le abitazioni producendo kW termici per il riscaldamento e l’acqua calda, kW refrigeranti per raffrescare d’estate, nonché garantire l’elettricità per uso domestico producendo kW energetici necessari anche per la pompa di calore che viene installata nell’impianto di geoscambio. Inoltre grazie al contributo statale per la produzione di energia pulita – il famigerato Conto Energia – ciascun inquilino riceve al mese circa 70 € con i quali poter fare fronte alle spese relative alle altre utenze non coperte dall’impianto. In buona sostanza un piccolo miracolo in cui al costo zero delle bollette si affianca la quasi completa assenza di emissioni nocive, praticamente inquinamento nullo