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Geotermia e sanità: dati positivi

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Gli studi delle agenzie regionali Ars e Arpat non evidenziano criticità

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Autore: Fiora Bonelli

Non ci sono particolari criticità sui dati epidemiologici e sulla qualità ambientale amiatina legati alla geotermia. Lo dicono i dati, presentati ieri a Firenze grazie ai nuovi studi Ars e Arpat. Prosegue comunque e proseguirà il controllo costante e il monitoraggio sulla popolazione dell’Amiata. Gli ultimi approfondimenti condotti dall’Agenzia Regionale di Sanità sullo stato di salute della popolazione amiatina e lo studio condotto da Arpat sulla qualità dell’aria nelle aree che ospitano le centrali geotermoelettriche di Enel Green Power sono stati illustrati nell’ambito di un incontro pubblico al quale hanno partecipato l’assessora regionale Federica Fratoni e i tecnici di Ars e Arpat, in particolare Ivano Gartner responsabile del Settore geotermia di Arpat e Fabio Voller coordinatore dell’Osservatorio di epidemiologia di Ars. «Siamo a un momento importante di confronto – ha detto Fratoni –. La geotermia è un grande asset per la Toscana, ma come ogni attività industriale deve essere oggetto di controllo attento e assiduo». Nello studio Ars si sono indagati due aspetti: gli effetti dell’esposizione alle emissioni delle centrali e il ruolo di altri fattori ambientali e individuali che possono aver influito su alcune debolezze nella salute della gente, osservate negli studi precedenti. Il periodo osservato va dal 2000 al 2015. Sul primo fronte, l’attenzione è rivolta soprattutto all’esposizione del passato, visto che i dati di Arpat hanno mostrato per i periodi più recenti una buona qualità dell’aria e concentrazioni di acido solfidrico decisamente basse. Riguardo alle malattie respiratorie, i risultati non hanno evidenziato relazioni tra i picchi di esposizione all’acido solfidrico e i ricoveri. Per le malattie del sistema circolatorio si è osservato un incremento di ricoveri urgenti soprattutto nelle anziane in estate. Sul secondo fronte, lo studio ha ripreso un’indagine svolta nel 1998 in cui furono raccolti circa 900 campioni di urine e sangue per la determinazione di arsenico e mercurio. Queste persone sono state seguite nei 17 anni successivi. Per l’arsenico, all’aumentare delle concentrazioni urinarie è stato osservato un lieve aumento di rischio di ricovero per malattie cardiovascolari e della pelle e nessuna associazione coi tumori. Per il mercurio invece si osserva un incremento di rischio di ricovero per malattie dell’apparato urinario. «I dati degli ultimi due studi non hanno fatto emergere problemi significativi sulla salute delle popolazioni», dice Voller. In futuro c’è un’indagine che partirà a inizio 2017, sarà illustrata in Amiata a metà gennaio e coinvolgerà circa 2000 persone. Anche i dati Arpat sulla qualità dell’aria sono confortanti. In tutto il 2015 per l’acido solfidrico non è stato registrato alcun superamento dei valori. Anche per il mercurio, le concentrazioni rilevate si sono mantenute molto al di sotto del valore limite di cautela sanitaria.