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Sotto l’albero di Natale più un milione di sterline per le università britanniche per studiare la geotermia

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Il Dipartimento dell’Energia e del Cambiamento Climatico britannico ha individuato i tre progetti cui sarà erogata la seconda tranche del fondo di finanziamento per esplorare il potenziale di energia geotermica profonda nel Regno Unito.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Il Deep Geothermal Challenge Fund è stato creato lo scorso anno dal Dipartimento dell’Energia e del cambiamento climatico del governo britannico per esplorare quale sia il potenziale geotermico della Gran Bretagna, e quale potrebbe essere il relativo contributo per mettere in pratica il piano di transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio varato nel luglio del 2009.

Il budget iniziale a disposizione del fondo prevedeva una cifra pari a 6 milioni di sterline a fondo perduto da suddividere in due tranche, la prima da 4 milioni per gli anni 2009- 2010 e l’altra da 2 milioni (poi ridotta ad 1 milione) per gli anni 2010-2011 da destinare a progetti che avessero come obiettivo quello di studiare la possibilità di sfruttare l’energia geotermica in Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord.

Il taglio dei finanziamenti è stato anche oggetto di una mozione bipartisan agli inizi di dicembre che deplorava il dimezzamento del fondo e sollecitava il governo ad introdurre presto una legislazione a sostegno delle licenze di esplorazione geotermica e garantire quindi il contributo della geotermia alle energie rinnovabili.

La prima tranche da 4 milioni era stata affidata a due progetti presentati dalla Cornovaglia: uno relativo alla costruzione di una centrale elettrica da parte della Geotermia Engineering Ltd che dovrebbe produrre10 MW di energia elettrica e fornire calore e l’altro per un progetto di un pozzo esplorativo presentato dall’Università di New Castle.

I progetti che si sono aggiudicati questa seconda tranche da oltre 1 milione di sterline sono stati presentati dalla Keely University per la realizzazione di una perforazione di 1200 metri, che avrà a disposizione 500mila sterline; le università di Newcastle e Durham hanno ottenuto 400mila sterline per una perforazione da 2 chilometri e le rimanenti 200mila sterline andranno a sostegno del riadattamento del sito geotermico di Southampton.


All’avvio del secondo bando l’allora ministro dell’energia Chris Huhne, aveva dichiarato che la tecnologia per utilizzare l’energia geotermica profonda «è una tecnologia molto interessante e innovativa in grado di fornire calore ed energia pulita, rinnovabile e a basse emissioni di carbonio sino al 2% del fabbisogno di elettricità del Regno Unito».

Una posizione ribadita anche dall’attuale ministro britannico dell’energia e del cambiamento climatico, Greg Barker, che ha sottolineato l’impegno del governo nel settore geotermico.

«Voglio garantire – ha detto Barker – che l’energia geotermica, rinnovabile e in grado di essere prodotta localmente, può diventare una delle tecnologie energetiche del futuro» e ha aggiunto che l’attribuzione di queste nuove risorse «è un favorevole passo in avanti per fare in modo che questo accada qui, nel Regno Unito» dichiarandosi «ansioso di veder decollare questi progetti innovativi».

Il nuovo piano di transizione verso le basse emissioni di carbonio del Regno Unito ha come obiettivo quello di ridurre le emissioni di gas serra del 34% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020. La Gran Bretagna si è particolarmente impegnata per raggiungere tale obiettivo, e le emissioni – sulla base dei dati forniti dal governo-, sono già scese del 22%. Attualmente circa il 5% del suo fabbisogno energetico è coperto dalle fonti rinnovabili, ma grazie alIa produzione di energia verde (che nel piano britannico contempla anche il nucleare) si potrebbe ottenere il 50% di riduzione delle emissioni di anidride carbonica.