Home Cosvig A difesa del grano italiano: Toscana a sostegno dell’iniziativa #Nogranonopasta

A difesa del grano italiano: Toscana a sostegno dell’iniziativa #Nogranonopasta

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Secondo il direttore di Coldiretti Toscana è necessario dare risposte alla preoccupazione cdelle aree a più alta vocazione cerealicola della Toscana

Fonte: Coldiretti Toscana

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 Alla vigilia delle semine, migliaia di agricoltori con i trattori lasciano le campagne per difendere il grano italiano dall’attacco delle speculazioni che hanno praticamente dimezzato le quotazioni su valori più bassi di 30 anni fa con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e il rischio desertificazione per quasi 2 milioni di ettari, il 15% della superficie agricola nazionale, che si trovano peraltro soprattutto nelle aree più difficili del Paese. L’appuntamento della Coldiretti è fissato per venerdì 28 Ottobre dalle ore 9,00 dentro e fuori il Palaindoor di Ancona nelle Marche, scelta perché sede di un importante porto di sbarco di grano straniero.

“Dalla Toscana vogliamo esprimere il nostro sostegno a questa iniziativa marchigiana – dice Tulio Marcelli Presidente di Coldiretti Toscana – perché per effetto di strane “manovre” sul mercato internazionale le quotazioni dei cereali sono letteralmente crollate (-35% per il grano duro e -20% per il grano tenero) ed hanno raggiunto un livello molto al di sotto dei costi di produzione. La situazione è tale che, se non ci saranno interventi per eliminare le storture del mercato, molti agricoltori, sceglieranno di non seminare il grano e di lasciare i terreni incolti”.

In Toscana mediamente vengono coltivati circa 110.000 ettari di terreno a grano; sono oltre 90.000 gli ettari seminati a grano duro e circa 20.000 quelli in cui si coltiva il grano tenero. La produzione del grano duro si concentra nella province di Siena, Grosseto e Pisa, mentre ad Arezzo va il primato per il grano tenero, coltivato soprattutto in Val di Chiana. Sono circa 15.000 le imprese agricole toscane che coltivano grano; di queste 3.000 seminano ogni anno più di 10 ettari a cereali.

“È’ necessario dare risposte alla legittima preoccupazione che si respira nelle aree a più alta vocazione cerealicola della Toscana dove si producono la maggior parte dei 3.5 milioni di quintali di grano della regione – sottolinea Antonio De Concilio Direttore di Coldiretti Toscana – perché la produzione dei nostri territori, oltre ad essere significativa in termini generali, collocandosi al quinto posto tra le regioni italiane, è anche di qualità elevata”. “Occorre intervenire immediatamente con misure straordinarie perché senza la cerealicoltura muta il paesaggio della Toscana  e si rischia una pericolosa desertificazione, con tutte le conseguenze ambientali ed idrogeologiche connesse, oltre ai riflessi occupazionali nella filiera e nell’indotto”.

Come uscire dalla crisi? Analogamente a quanto fatto per i prodotti lattiero caseari, la Coldiretti chiede che venga introdotto l’obbligo di indicare l’origine del grano impiegato nell’etichetta della pasta e dei prodotti da forno, riportando le corrette informazioni al consumatore e valorizzando le distintività dei cereali italiani. Soluzione condivisa dallo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi in occasione della nostra Convention al Mandela Forum di Firenze del 29 settembre scorso con l’impegno ad emanare un decreto ad hoc”.