In Italia la dinamica del Pil, dopo infiniti mesi dove certo non c’era di che sorridere, torna peggiorare ulteriormente. Come certifica oggi l’Istat, nel secondo trimestre del 2016 il Paese ha avuto una crescita economica pari allo 0% rispetto al trimestre precedente (mentre segna un +0,8% su base annua). Si tratta di numeri che pesano come macigni sulla redigenda legge di Stabilità.
«Il Pil è in crescita – è il laconico commento rilasciato oggi dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan nel corso Workshop Ambrosetti di Cernobbio – Il problema della crescita globale sembra ancora lontano dall’essere risolto. Le cause della bassa crescita sono più profonde e più complesse di quello che possiamo pensare». Nella legge di Stabilità, ha assicurato comunque il ministro, non mancheranno «spazi e risorse disponibili per la crescita».
Preoccupazioni che non riguardano soltanto il governo nazionale. Ieri l’assessore al Bilancio della Regione Toscana, Vittorio Bugli (nella foto), ha illustrato il documento di economia e finanza 2017 e il Programma regionale di sviluppo 2016-20 in prima commissione, sottolineando «la necessità di recuperare circa 200 milioni di euro sul nostro bilancio, in conseguenza degli accordi tra Stato e Regione e della manovra nazionale». Al momento sono 56milioni quelli «già recuperati», il che impone una manovra regionale «per il recupero dei circa 150milioni restanti».
Nonostante le tasche regionali siano sempre più vuote, il Documento di economia e finanza, ha proseguito Bugli, «nella sua parte più programmatoria ricalca sostanzialmente il Programma regionale di sviluppo, che analizza cosa è successo alla Toscana durante la lunga crisi iniziata nel 2008, ne rileva i punti di maggiore difficoltà insieme alle evidenze di una capacità di tenuta del sistema produttivo rispetto ad altre regioni: una riduzione del Pil minore rispetto al quadro nazionale, così come degli investimenti, una caduta dell’occupazione pure inferiore rispetto alle previsioni e alla media nazionale. Inferiore anche l’aumento della disoccupazione, che però ha raggiunto livelli preoccupati tra i giovani, con un terzo tra i 15 e i 24 anni disoccupato, 50 mila under 30 senza lavoro. Tra i punti di forza, l’andamento straordinariamente positivo rispetto al quadro nazione e talvolta anche europeo delle importazioni e la crescita del turismo. I colpi più duri li ha subiti l’industria e si sono accentuate le disparità territoriali, con un evidente ed accertata maggiore difficoltà della Toscana costiera».
Numeri e valutazioni che confermano come quella occupazionale «resta la principale emergenza da affrontare nei prossimi anni». Per recuperare occorrono investimenti, e una rinnovata idea di sviluppo. Il Prs ancora in via di sviluppo nelle stanze regionali individua la necessità di risorse pari a 6,4 miliardi di euro da qui al 2020, con poco più di 220 milioni di euro variamente afferibili alla sostenibilità dello sviluppo, compreso lo sviluppo della risorsa geotermica. Tale programma regionale di sviluppo «sta diventando un po’ meno Piano e un po’ più Progetto – precisa Bugli – prevede 26 progetti regionali per 6,4 miliardi in cinque anni, progetti sui quali si può essere direttamente operativi». La strategia di fondo della Regione, ha spiegato l’assessore, rimane la stessa: «Punta a rilanciare gli investimenti, favorire il processo di reindustrializzazione, favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani adeguatamente formati. E a operare in modo differenziato nelle varie aree della Toscana per contrastare lo squilibrio determinatosi in questi anni». Se sarà sufficiente o meno è però ancora presto per dirlo, con il risultato finale che non potrà non essere influenzato anche dalla legge di Stabilità che verrà definita a Roma.